“Dell’amore del Signore è piena la terra”: è un versetto dell’Antifona, tratto dal Salmo 32. Un’affermazione che potrebbe essere discutibile. Prendiamo per esempio le guerre di oggi: come si fa a dire che dell’amore del Signore è piena la terra? Ma potremmo considerare anche l’invocazione con cui comincia la preghiera di Colletta: “Dio onnipotente e misericordioso”. Per tante e importanti cose brutte che accadono oggi intorno a noi, domandiamoci con coraggio: Dio è onnipotente? Dio è misericordioso?
Ciò che segue ci guida alla risposta. La Prima lettura è tratta dagli Atti degli Apostoli. La soluzione prospettata da Pietro alla gente che si è macchiata del Sangue di Cristo è semplice: il Battesimo. Basta farsi battezzare, in modo da ricevere il dono dello Spirito Santo. Il metodo è semplice. Dovremmo oggi ritornare a questa semplicità, che poi è quella congegnata da Cristo. Ed è un metodo che ha come fondamentale caratteristica la fiducia nella forza di Dio, non nelle complicate parole delle omelie dei preti. Basta il Battesimo, bastano i Sacramenti, il resto non serve. Vorrei anche soffermarmi su altre parole di Pietro: “Salvatevi da questa generazione perversa!”. Chi non è così sincero da poter dire che anche oggi viviamo in una generazione perversa?
Il Salmo responsoriale contiene due versetti che sono definizione della vita cristiana: “Anche se vado per una valle oscura, non temo alcun male, perché tu sei con me”. La valle oscura potrebbe essere la vita con le sue difficoltà; ebbene, dice il salmista, non temo alcun male perché tu sei con me. È la presenza del Signore. Poiché sei con me, non temo alcun male, non lo temo per la tua compagnia.
Il Vangelo, secondo Giovanni, conviene riportarlo per intero perché apparentemente semplice ma in realtà complesso: “In quel tempo, Gesù disse: ‘In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei’. Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro. Allora Gesù disse loro di nuovo: ‘In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza’”.
Vorrei concludere con le parole finali del Vangelo. Io sono venuto perché abbiano la vita. C’è una identità tra Gesù Cristo e la vita. Dire Cristo è dire vita. La morte è anti-Cristo.
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