“Acclamate Dio, voi tutti della terra, cantate la gloria del suo nome, dategli gloria con la lode. Alleluia”. L’Antifona, tratta dal salmo 65, dice “voi tutti della terra”. Parole che possono essere interpretate in vario modo. Per esempio, “Acclamate Dio, voi tutti che sulla terra credete in Dio”. In tal caso il discorso è non solo cristiano/cattolico ma si apre a tutte le religioni che credono in Dio. Quindi il passo dell’Antifona riguarda il Dio unico adorato da tutti i credenti di tutte le religioni. Come non ricordare l’impegno della Chiesa per il dialogo interreligioso? Solo occorre una precisazione: il cristianesimo non è una religione come le altre, è storia. Nelle religioni l’uomo cerca Dio, nel cristianesimo Dio ha cercato l’uomo. Il Verbo si è fatto carne.



La preghiera di Colletta contiene un passaggio da tenere a mente: “[il popolo di Dio] così attenda nella speranza il giorno glorioso della risurrezione”. Credo che attendere nella speranza, nella speranza certa, sicura, il giorno della risurrezione sia un vero e proprio miracolo. Nella preghiera di Colletta alternativa un altro passo è degno di nota: “[Cristo] che apre il nostro cuore all’intelligenza delle Scritture”. Come abbiamo sempre sottolineato nella presente rubrica, è strettissimo il nesso tra la vita di Gesù Cristo e le Sacre Scritture.



La Prima lettura, tratta dagli Atti degli Apostoli, è così semplice, concreta e bella da doverla riportare per intero; al termine mi soffermerò su alcune poche parole.

“[Nel giorno di Pentecoste,] Pietro con gli Undici si alzò in piedi e a voce alta parlò così: ‘Uomini d’Israele, ascoltate queste parole: Gesù di Nàzaret – uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso fece tra voi per opera sua, come voi sapete bene –, consegnato a voi secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio, voi, per mano di pagani, l’avete crocifisso e l’avete ucciso. Ora Dio lo ha risuscitato, liberandolo dai dolori della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere. Dice infatti Davide a suo riguardo: Contemplavo sempre il Signore innanzi a me; egli sta alla mia destra, perché io non vacilli. Per questo si rallegrò il mio cuore ed esultò la mia lingua, e anche la mia carne riposerà nella speranza, perché tu non abbandonerai la mia vita negli inferi né permetterai che il tuo Santo subisca la corruzione. Mi hai fatto conoscere le vie della vita, mi colmerai di gioia con la tua presenza. Fratelli, mi sia lecito dirvi francamente, riguardo al patriarca Davide, che egli morì e fu sepolto e il suo sepolcro è ancora oggi fra noi. Ma poiché era profeta e sapeva che Dio gli aveva giurato solennemente di far sedere sul suo trono un suo discendente, previde la risurrezione di Cristo e ne parlò: ‘questi non fu abbandonato negli inferi, né la sua carne subì la corruzione’. Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni. Innalzato dunque alla destra di Dio e dopo aver ricevuto dal Padre lo Spirito Santo promesso, lo ha effuso, come voi stessi potete vedere e udire”.



Dicono gli Atti: “mi colmerai di gioia con la tua presenza”. Questo è il cristianesimo. Una gioia, una felicità, un centuplo di vita che nasce da una presenza presente, la Sua Presenza, che oggi consiste nei testimoni di Dio, uomini e donne del popolo di Dio che testimoniano un di più di vita.

Il Vangelo è quello dei due discepoli di Èmmaus. Qualche sottolineatura: “Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele”. Non avevano capito niente, come accade a noi quando seguiamo e non capiamo niente ma seguiamo. Ed infatti Gesù li apostrofa: “Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti!”. Di nuovo il legame tra la vita di Gesù e le Scritture. Infine: “Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?”.

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