“Con voce di gioia date l’annuncio, fatelo giungere ai confini della terra: il Signore ha riscattato il suo popolo”. Questa Antifona potrebbe richiamare di lontano, approssimativamente, il Paradiso di Dante: “Questa cara gioia, sopra la quale ogni virtù si fonda, onde ti venne?”. C’è una gioia, che deriva dallo Spirito Santo, sopra la quale ogni virtù si fonda: nell’Antifona, “con voce di gioia date l’annuncio”, cioè dalla gioia deriva la virtù dell’annuncio.



Ma andiamo alla Colletta: “Dio onnipotente, fa’ che viviamo con intenso amore questi giorni di letizia in onore del Signore risorto, per testimoniare nelle opere il mistero che celebriamo nella fede”. Ebbene, “per testimoniare nelle opere il mistero che celebriamo nella fede” costruisce un ponte tra la fede e le opere. Quante volte nella storia fede e opere e il loro rapporto sono state oggetto di discussioni anche aspre!



Anche la Colletta alternativa presenta un versetto illuminante: “O Padre, che per la preghiera del tuo Figlio ci hai donato lo Spirito della verità, ravviva in noi con la sua potenza il ricordo delle parole di Gesù, perché siamo pronti a rispondere a chiunque domandi ragione della speranza che è in noi”. È molto bello il versetto finale: “perché siamo pronti a rispondere a chiunque domandi ragione della speranza che è in noi”.

Il Salmo responsoriale contiene accenti al mio giudizio misteriosi. Cominciamo a leggerlo. “Acclamate Dio, voi tutti della terra, cantate la gloria del suo nome, dategli gloria con la lode. Dite a Dio: ‘Terribili sono le tue opere! A te si prostri tutta la terra, a te canti inni, canti al tuo nome’. Venite e vedete le opere di Dio, terribile nel suo agire sugli uomini. Egli cambiò il mare in terraferma; passarono a piedi il fiume: per questo in lui esultiamo di gioia. Con la sua forza domina in eterno. Venite, ascoltate, voi tutti che temete Dio, e narrerò quanto per me ha fatto. Sia benedetto Dio, che non ha respinto la mia preghiera, non mi ha negato la sua misericordia”. Non sono capace di rispondere ma solo di porre domande. Cosa significa: “Dite a Dio: Terribili sono le tue opere!”? Cosa significa: “Venite e vedete le opere di Dio, terribile nel suo agire sugli uomini?” e “Con la sua forza domina in eterno”: siamo così sicuri, guardando i fatti, guardando la realtà, di questa frase? Per fortuna, una bella conclusione: “Sia benedetto Dio, che non ha respinto la mia preghiera, non mi ha negato la sua misericordia”.



Il profondissimo brano del Vangelo, tratto da san Giovanni, lo leggiamo per intero, anche perché un commento richiederebbe ben altra firma: “In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: ‘Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui”.

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