L’omeopatia in Francia non sarà più rimborsabile dall’Assurance maladie. Visto che la sua efficacia non è stata scientificamente provata, da ieri non rientra più tra i rimborsi. La decisione ha riaperto il dibattito in Francia. Già all’inizio dello scorso anno il tasso di copertura della previdenza sociale era stato abbassato dal 30 al 15%. Ora il governo ha deciso di escluderla seguendo le raccomandazioni dell’Haute autorité de santé (HAS). Non sono mancate le pressioni, come quelle dall’azienda Boiron, che produce e commercializza prodotti omeopatici. Il 60% delle loro vendite in Francia è proprio su prodotti omeopatici rimborsabili. La questione dei mancati rimborsi è delicata, perché potrebbe ripercuotersi, ad esempio, sull’occupazione. Il gruppo aveva infatti annunciato a marzo il taglio di 646 posti di lavoro, un quarto dell’organico. Un piano di licenziamento senza precedenti che è stato giustificato con i «ripetuti e ingiustificati attacchi contro l’omeopatia in Francia». Alle proteste si sono aggiunte poi quelle dei 5mila medici che si sono formati sull’omeopatia in Francia.
OMEOPATIA, GARATTINI: “SCIENZA? E’ ACQUA FRESCA”
Sull’omeopatia il dibattito è acceso anche in Italia. Il professor Silvio Garattini, presidente dell’Istituto Mario Negri di Bergamo, non perde occasione di stroncarla. Sulle colonne della rivista scientifica Ricerca&Pratica settimane fa ha parlato di una disciplina «in declino, seppure molto lento, a livello di tutto il mondo industrializzato» che però in Italia ha ancora un certo seguito. Secondo quanto riportato da Rifday il 10 dicembre scorso, per il farmacologo la prima ragione è la mancanza di cultura scientifica del nostro Paese, dove «sarebbe impossibile vendere un vino omeopatico e invece è possibile vendere un farmaco omeopatico». Inoltre, ha evidenziato che nel nostro Paese la cultura è di tipo letterario-filosofico-artistico. «Manca la cultura scientifica, non le discipline scientifiche, come fonte di conoscenza che ha la stessa dignità delle altre fonti, ma una metodologia diversa». Per Garattini, inoltre, l’Ordine dei medici non dovrebbe ammettere all’albo professionale, per ragioni deontologiche, coloro che praticano l’omeopatia. Duro anche contro le farmacie che vendono questi prodotti. «I farmacisti avrebbero la cultura chimica per sapere che vendono acqua fresca».