Vi ha preoccupato la richiesta di censurare e abolire l’innocuo filmetto con John Travolta e Olivia Newton John, Grease, perché considerato sessista da migliaia di utenti inglesi dei social? Non è nulla in confronto a quanto fatto dalla Lawrence High School di Lawrence, nel Massachusettes, Stati Uniti. Heather Levine, insegnante di suddetta scuola, ha infatti dichiarato: “Sono molto orgogliosa di dire che quest’anno abbiamo rimosso l’Odissea dal curriculum!”. Come già successo con l’abbattimento delle statue di personaggi storici legati in qualche modo allo schiavismo e al colonialismo, sta adesso prendendo piede un nuovo movimento che fa del “political correct”, del comportamento politico corretto, anche se sarebbe meglio dire dell’idiozia più autentica, il suo slogan al grido hashtag di #DisruptTexts (“distruggere testi”). Come ha scritto perfettamente Giulio Meotti sul Foglio, si tratta di “ideologi della teoria critica, insegnanti, burocrati scolastici e agitatori via Twitter stanno purgando i classici, da Omero a Francis Scott Fitzgerald”. Tutto ciò che insomma potrebbe contenere messaggi anti gender, omofobici, razzisti, sessisti.
Omero ispiratore della mascolinità tossica: Odissea vietata in una scuola
Che colpe ha Omero? Sarebbe l’ispiratore della “mascolinità tossica” dicono. Un editoriale pubblicato sull’autorevole Wall Street Journal sottolinea il pericolo che stiamo correndo, soprattutto le giovani generazioni: “è in corso uno sforzo sostenuto per negare ai bambini l’accesso alla letteratura. Sotto lo slogan #DisruptTexts, gli ideologi della teoria critica, gli insegnanti e gli attivisti di Twitter si stanno scagliando contro i testi classici. Tutti, da Omero a Francis Scott Fitzgerald al Dr. Seuss”. L’autore, Megan Cox Gordon, spiega che “la loro etica sostiene che i bambini non dovrebbero leggere storie scritte in un linguaggio diverso da quello attuale, specialmente quelle ‘in cui il razzismo, il sessismo, l’abilismo, l’antisemitismo e altre forme di odio sono la norma’, secondo quanto scritto dal giovane romanziere Padma Venkatraman sullo School Library Journal”.