La verità sull’omicidio di Aldo Gioia potrebbe essere contenuta negli smartphone di Elena e Giovanni, nei quali sarebbero narrati gli ultimi minuti prima del delitto di Aldo Gioia, ucciso a coltellate nel suo appartamento di Avellino. I rapporti tra Elena ed il padre si sono raffreddati dopo che l’uomo le aveva impedito di continuare a vedersi con il fidanzato Giovanni, 23enne con alle spalle un passato all’insegna della droga, dell’autolesionismo e di diverse denunce. Venerdì sera, prima dell’omicidio, Elena e Giovanni tramite messaggi hanno organizzato gli ultimi dettagli: “Dobbiamo sterminarli tutti”, gli rammenta la 18enne mentre lui attende fuori per strada con un coltello. Quando il 53enne cede al sonno, come tutte le sere, ecco il messaggio della figlia a Giovanni: “Si è addormentato, sali”. Quello è per i due fidanzati il momento di agire.



Adesso quei messaggi WhatsApp potrebbero contenere tutta la verità sul piano che i due ragazzi avrebbero messo in piedi e in parte saltato. E mentre quei messaggi e le tante impronte rinvenute lo incastrano, prima di confessare Giovanni tenta l’ultima carta, accusare la fidanzata. Secondo la sua versione sarebbe stata lei a volere tutto ciò, lui avrebbe provato a convincerla a rinunciare ma alla fine avrebbe ceduto convinto che così avrebbero potuto vivere la loro storia d’amore liberamente. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



OMICIDIO ALDO GIOIA, LA CONFESSIONE DI GIOVANNI LIMATA

Giovanni Limata ha confessato l’omicidio di Aldo Gioia, il papà della fidanzata Elena Gioia, la cui “colpa” era quella di opporsi alla loro relazione. Il 23enne ha reso piena confessione agli agenti della Squadra mobile di Avellino ma avrebbe anche dichiarato che la fidanzata aveva organizzato il piano per sterminare l’intera famiglia. Quindi, voleva uccidere anche la madre e la sorella. Questo piano sarebbe stato fortemente voluto dalla 18enne a detta del ragazzo. Domani, comunque, si terrà in carcere l’interrogatorio di garanzia ai fidanzati di Avellino che venerdì hanno portato a termine l’omicidio di Aldo Gioia. È stato proprio lui, con le sue grida di aiuto, ad evitare la strage, perché ha allarmato la moglie e l’altra figlia.



Colpito da sette coltellate, inferte da Giovanni Limata, è poi deceduto all’ospedale di Avellino. Nella giornata di domani è previsto anche il conferimento dell’incarico da parte del pm Vincenzo Russo per l’autopsia. Dunque, il quadro della vicenda si sta facendo più chiaro.

KILLER DI AVELLINO CONFESSA E ACCUSA LA FIDANZATA

Giovanni Limata ha reso la piena confessione nella notte tra venerdì e sabato. Dopo aver colpito il padre della fidanzata, Aldo Gioia, è scappato. È tornato a Cervinara, nella casa dove vivono i suoi genitori con un fratello. Quando sono arrivati gli agenti, ha indicato dove avrebbero potuto trovare il coltello di tipo “Cobra” usato per uccidere il padre di Elena Gioia e avrebbe dichiarato che era stata proprio la ragazza a elaborare il piano. Ora i due fidanzati di Avellino devono rispondere di concorso in omicidio aggravato dalla premeditazione contro un familiare. Quindi, rischiano l’ergastolo. L’uomo, dunque, è stato ucciso perché si era opposto alla relazione tra la figlia e il 23enne, preoccupato per il carattere e il passato del giovane, protagonista più volte di eccessi di violenza.

Stando a quanto riportato da La Stampa, nelle scorse settimane Giovanni Limata, che avrebbe precedenti contro la persona e sarebbe segnalato come assuntore di sostanze stupefacenti, avrebbe minacciato di morte suo padre nelle scorse settimane al culmine di un litigio.