AL VIA DOMANI PROCESSO PER GIOVANNI PADOVANI

Inizia domani mattina alla Corte di assise di Bologna il processo a Giovanni Padovani, accusato dell’omicidio dell’ex fidanzata Alessandra Matteuzzi. Un processo che i Centri antiviolenza bolognesi definiscono “complicato“, anche per la “forte attenzione mediatica“, oltre che per il fatto che “non sempre finora è stato trattato con la cura e l’attenzione necessarie quando si parla di violenza sulle donne e femminicidio“. Casa delle donne per non subire violenza di Bologna, Udi Bologna APS, SOS Donna ODV e MondoDonna Onlus hanno fatto sapere che i Centri antiviolenza di Bologna hanno deciso di costituirsi parte civile nel processo.



Inoltre, saranno presenti all’apertura del processo e per tutto lo svolgimento del procedimento, dentro e fuori le aule di tribunale. Infatti, domattina è previsto un presidio alle ore 9 in piazza Tribunali, “per portare la propria solidarietà alla famiglia e a tutte le persone vicine ad Alessandra e a tutte le donne che subiscono o hanno subito violenza“. Un sit-in organizzato anche per “assicurarci che anche all’interno dei tribunali non si riproducano meccanismi stereotipati o di vittimizzazione secondaria“. Giovanni Padovani è accusato di omicidio dell’ex fidanzata Alessandra Matteuzzi aggravato da premeditazione, futili motivi, stalking e legame affettivo. Quello della premeditazione è uno degli aspetti su cui la difesa promette battaglia.



OMICIDIO ALESSANDRA MATTEUZZI: BATTAGLIA SU PREMEDITAZIONE

Il quadro di fondo psicotico di quest’uomo è conclamato ed evidente. Non lo dico solo io sulla base delle prime note che avevo raccolto e delle mie impressioni personali. Lo dicono anche le cartelle sanitarie dei due carceri presso i quali è stato detenuto“, ha dichiarato l’avvocato Gabriele Bordoni, legale di Giovanni Padovani, ai microfoni di Mattino 5 proprio in merito all’accusa di premeditazione. “Se quello è lo stato attuale dell’uomo ed era lo stato predisponente anche all’epoca del fatto, non c’è territorio per la premeditazione“, afferma il legale. In collegamento con Federica Panicucci, aggiunge: “Lo stesso suo comportamento, queste ricerche compulsive durate troppo tempo per una persona che sia in equilibrio, e quello all’atto del gesto terribile che ha commesso, consegnandosi alla polizia senza tentare un minimo accenno di fuga, conclamano il fatto che secondo me ci fosse ben poco di premeditato, nel momento in cui poi c’erano anche delle prospettive di tornare a giocare a calcio e di andare addirittura a quella trasmissione (Uomini e Donne, ndr)”. L’avvocato cita l’analisi svolta dagli psichiatri di Piacenza, ove “si fa anche una perlustrazione del passato di quest’uomo e si rivengono delle tracce di questa psicosi schizofrenica, che rimontano alla sua età giovanile e adolescenziale“. A tal proposito, ribadisce: “Gli psichiatri che lo hanno avuto in osservazione per 30 giorni hanno potuto stendere una relazione nella quale si dà conto che questa patologia era preesistente“.

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