Ergastolo per Giovanni Padovani: la Corte d’Assise di Bologna lo ha ritenuto colpevole dell’omicidio dell’ex fidanzata Alessandra Matteuzzi, uccisa il 23 agosto 2022 a calci, pugni, martellate e colpi di panchina. Nella condanna si riconoscono tutte le aggravanti, come chiesto dalla procura: stalking, vincolo del legame affettivo, motivi abietti e premeditazione. La Corte ha stabilito provvisionali immediatamente esecutive da 100mila euro per la sorella e la madre della vittima. Invece, 10mila euro per i due nipoti e 5mila euro per le altre parti civili. Invece, per quanto riguarda i danni, saranno liquidati in separata sede.
Prima della sentenza sul femminicidio Alessandra Matteuzzi, l’ex calciatore Giovanni Padovani aveva rilasciato delle dichiarazioni spontanee. «Se ero completamente lucido e capace merito l’ergastolo. Se voi valuterete che c’è qualcosa di anormale, di anomalo, nelle condotte, allora no. Io la reale verità la so, io non stavo bene, perché una persona che sta bene non ammazza un altro essere umano. Non esiste». Il 28enne ha parlato di «un incubo» che considera «un fardello più grosso del carcere». Secondo Giovanni Padovani, «quando perdi la capacità di vedere le cose con lucidità commetti l’irreparabile».
I LEGALI DI PADOVANI “ASPETTIAMO MOTIVAZIONI SENTENZA”
«Al momento nessun commento. Li faremo quando saranno depositate le motivazioni della sentenza. A quel punto le leggerò con interesse e replicherò sui punti che la Corte evidentemente non ha condiviso della nostra linea difensiva», ha dichiarato il legale di Giovanni Padovani, l’avvocato Gabriele Bordoni. Invece l’avvocato di parte civile Chiara Rinaldi, che rappresenta i due nipoti di Alessandra Matteuzzi, ha affermato che «la vera giustizia sarebbe che Alessandra fosse qui con noi, lei non c’è, è in un’urna cineraria e il responsabile è Giovanni Padovani». Il legale smentisce anche Padovani, affermando «che era lucido, che ha premeditato l’omicidio della sua ex compagna».
In merito alla condanna, ha concluso: «Sono state accolte tutte le aggravanti contestate, ci abbiamo sempre sperato e creduto. Oggi la giustizia ha fatto il proprio corso». In aula era presente anche il sindaco di Bologna, visto che la città si era costituita parte civile nel processo: «Giustizia è fatta per Alessandra Matteuzzi e per tutte le donne che vivono a Bologna: sappiano che il Comune è al loro fianco. È un giorno di grande tristezza ma anche di certezza della pena che è importante in un Paese che volta continuamente le spalle alle donne e alle loro vite», il commento di Matteo Lepore.