Giovanni Padovani ha parlato in aula per la prima dall’inizio del processo a suo carico per l’omicidio di Alessandra Matteuzzi e avrebbe dichiarato di aver bisogno di aiuto. Lo riporta Il Resto del Carlino, secondo cui l’imputato 28enne, accusato di aver ucciso l’ex compagna a martellate, calci, pugni e con una panchina sotto la sua casa di Bologna, avrebbe risposto ad alcune domande del presidente della Corte d’Assise e sostenendo, in sostanza, di voler essere “curato”.



Se me lo chiede lei, presidente, sono disposto a fare qualsiasi test a cui mi vogliate sottoporre. Sono a sua completa disposizione perché ho capito di essere malato, non sto bene, da solo non ce la faccio, ho bisogno del vostro aiuto, ed è anche questo il motivo per il quale avevamo chiesto di poter andare in una Rems, perché lì mi possono curare“. Stando a quanto ricostruito dallo stesso quotidiano, il pubblico in aula avrebbe reagito alle parole di Giovanni Padovani con un mormorio di palese irritazione mentre la sorella della vittima, Stefania Matteuzzi, sarebbe rimasta impassibile, impietrita dal dolore. La donna è stata l’ultima persona a sentire Alessandra Matteuzzi quella sera del 23 agosto 2022: al momento dell’omicidio, le due sorelle erano al telefono e Stefania Matteuzzi avrebbe assistito al delitto sentendo le urla disperate della vittima durante la tragica chiamata.



Giovanni Padovani a processo per l’omicidio di Alessandra Matteuzzi, rigettata istanza della difesa su integrazione perizia

Giovanni Padovani avrebbe parlato in aula nelle more della decisione della Corte d’Assise di Bologna sull’istanza difensiva presentata dal suo avvocato, Gabriele Bordoni, per una integrazione della perizia psichiatrica – atta a vagliare le sue capacità di intendere e volere al momento del delitto – attraverso nuovi colloqui con i periti e una risonanza magnetica. Questi ultimi, Pietro Pietrini e Giuseppe Sartori, avrebbero però dichiarato che l’imputato è pienamente capace di intendere e di volere e che l’esame richiesto potrebbe essere “utile ma non indispensabile“.



La Corte avrebbe quindi rigettato la richiesta della difesa anche alla luce degli interventi dei due esperti dalla stessa incaricati e chiamati, nell’udienza tenutasi poche ore fa, a replicare ai temi sollevati dai consulenti del collegio difensivo Alessandro Meluzzi (assente in aula a causa dei recenti problemi di salute) e Cinzia Gimelli. Per i periti della Corte, sussiste una “bassa credibilità” dei sintomi psichiatrici manifestati da Giovanni Padovani sebbene si debba riconoscere che “non è possibile stabilire se siano intenzionalmente simulati o no“. Un elemento nitido emerge dalle udienze finora svolte: la lucidità dell’imputato al momento dell’omicidio, per periti e consulenti di Procura e parti civili, sarebbe indubbia.