Ergastolo per Alberto Scagni: questa la richiesta del pubblico ministero Paola Crispo al termine della requisitoria nella terzultima udienza sul processo per l’omicidio della sorella Alice Scagni. Lo merita perché è capace di intendere e di volere. E lo era quando nel maggio 2022 uccise a coltellate la giovane a Genova. Per la procura vanno confermate le aggravanti della premeditazione, della crudeltà e di aver usato un mezzo insidioso, perché Alberto Scagni aveva nascosto il coltello in un sacchetto per non farlo scoprire dalla sorella ed evitarle la fuga. “Ha agito con la piena coscienza e volontà, lucida intenzione di provocare la morte della vittima“, ha dichiarato il pm. Non sono mancati momenti di tensione in aula, come quando il giudice ha allontanato il papà dell’imputato (e della vittima).
L’avvocato Andrea Vernazza, che assiste il marito di Alice Scagni, aveva preso la parola prima della richiesta di ergastolo del pm e durante il suo intervento Graziano Scagni ha dato in escandescenze. Il legale, che ha chiesto una provvisionale di oltre un milione, tra l’altro ha detto che i genitori avevano chiesto di costituirsi parte civile “per aiutare il figlio a non essere punito“. A quel punto, Graziano Scagni si è alzato in piedi urlando che non era mai stata chiesta l’assoluzione, “ma una giusta pena“. Il presidente della corte Massimo Cusatti lo ha richiamato, poi lo ha fatto allontanare dall’aula. Il legale ha proseguito affermando che l’imputato è perfettamente in grado di intendere e di volere. Inoltre, l’epilessia, di cui Alberto Scagni soffre da quando era bambino, “non può essere curata con le canne e con il vino bianco prodotto e fornito dal genitore“.
OMICIDIO ALICE SCAGNI: “ATTO PREMEDITATO E CRUDELE”
Alberto Scagni, come riportato da Primocanale, ha deciso allora di parlare, precisando che “la cannabis viene usata a fini terapeutici per la cura dell’epilessia” e che il padre “produce vino rosso e non bianco“. Inoltre, a sorpresa, al termine dell’udienza ha chiesto alla Corte “se fosse arrivata la memoria scritta che le ho inviato bei giorni scorsi“. Il processo per l’omicidio di Alice Scagni stato rinviato al 28 settembre, quando parlerà la difesa di Alberto Scagni. Il giorno dopo sono previste le eventuali repliche e molto probabilmente la sentenza. Per la procura di Genova sussistono tutte le aggravanti contestate.
“Scagni è stato almeno due ore sotto la casa della sorella, e aveva tutto il tempo di desistere, non tradendo altro che un po’ di nervosismo nell’attesa. Ha portato un coltello da casa nascosto in un sacchetto e ha ucciso la sorella con piena coscienza e volontà, e con la lucida intenzione di provocare la morte della vittima“, ha dichiarato il pm durante la requisitoria. Per questo motivo, dunque, l’imputato potrebbe essere condannato all’ergastolo anche con lo stato di semi infermità mentale.