È stato ascoltato per circa undici ore Fabio Cagnazzo, colonnello dei carabinieri indagato per la morte di Angelo Vassallo, sindaco pescatore di Pollica ucciso il 5 settembre del 2010. L’uomo ha testimoniato davanti ai pubblici ministeri incaricati dell’indagine, sottoposto ad una serie di interrogativi, esattamente un anno e mezzo dopo il decreto di perquisizione emesso dai pm salernitani. L’ipotesi della Procura è che il militare abbia avuto un ruolo preciso nel piano di depistaggio delle indagini. Il colonnello, assistito dall’avvocato Ilaria Criscuolo, avrebbe rifiutato di avvalersi della facoltà di non rispondere e ha respinto ogni accusa.



“Siamo all’epilogo di una tragedia che ha colpito non solo Pollica, ma tutto il Cilento, dove narcos, politici e alcuni uomini delle Istituzioni hanno creato un cartello per invadere i beni pubblici e conquistare il territorio. Ormai è sotto gli occhi di tutti” commenta Dario Vassallo, presidente della fondazione ‘Angelo Vassallo Sindaco Pescatore’. La Fondazione è dedicata al Sindaco Angelo Vassallo, assassinato brutalmente anni fa. Questa “è stata una roccaforte di impegno per la legalità e la verità sull’omicidio. Coloro che hanno osato sfidare questa causa, negando l’evidenza della connessione tra la sua morte e la criminalità organizzata, hanno contribuito al perpetuarsi di una devastante corruzione che ha colpito il Cilento nel suo complesso”.



La fondazione Angelo Vassallo: “La verità più potente delle trame oscure”

Il presidente della fondazione ‘Angelo Vassallo Sindaco Pescatore’ prosegue così: “La recente azione della Procura Antimafia di Salerno, che ha interrogato il colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo e ha portato all’identificazione di nove indagati, è un segnale tangibile del coraggio e della perseveranza di coloro che lottano per la giustizia. Questa indagine è solo la punta dell’iceberg, e la nostra determinazione ha dimostrato che la forza della cultura e della verità è più potente delle trame oscure di coloro che tradiscono le istituzioni”.



E ancora secondo Dario Vassallo, “nonostante le promesse politiche fatte al Cilento, alcuni esponenti di varie forze politiche hanno contribuito a questo nefasto cartello, gettando un’ombra sulla reputazione di una regione che meritava un destino diverso. La Fondazione Vassallo esorta la Procura Antimafia a continuare l’indagine, scavando a fondo per svelare tutte le connessioni che hanno portato a questa tragedia. Il sacrificio di Angelo deve servire da monito contro chiunque cerchi di compromettere la legalità e la buona politica. La verità è la nostra arma più potente, e continueremo a lottare per onorare la memoria di Angelo Vassallo e proteggere il futuro del Cilento”.