Era il 31 marzo 1981 quando Anna Parlato Grimaldi fu trovata senza vita mentre rientrava nella sua villa di Posillipo. La figlia Elvira Grimaldi, ai microfoni di Tg2 Dossier ha commentato: “In questi 40 anni io non ho mai smesso di lavorare, di cercare l’assassino di mia mamma”. La sera dell’omicidio di Anna, la figlia festeggiava il suo 24esimo compleanno. “Quella sera io sono arrivata alla villa quando ormai purtroppo era già tutto avvenuto”, ha aggiunto Elvira. Aveva appena varcato il cancello della villa, con dentro l’auto la torta destinata alla figlia, quando si consumò l’agguato ai suoi danni. Furono esplosi cinque colpi da una pistola di piccole dimensioni mai rinvenuta, così come l’assassino, sparito nel nulla. In 40 anni sono state numerose le piste battute attorno al delitto della donna.
Anna Grimaldi era una donna affascinante, in vista e moglie dell’armatore Ugo Grimaldi, mamma di quattro figli. Era una donna particolarmente intraprendente al punto da ricoprire numerosi ruoli nella Napoli che conta, tra cui la grande passione per il giornalismo che la portò a collaborare con il quotidiano Il Mattino, stessa testata della donna accusata del suo omicidio.
OMICIDIO ANNA GRIMALDI: LE DUE PISTE
La prima pista prediletta nella morte di Anna Grimaldi fu quella passionale che vide tra gli indiziati Elena Massa: secondo gli investigatori agì per gelosia nei confronti del marito che aveva avuto una relazione con la vittima. L’alibi confuso e l’abilità con le armi furono elementi che giocarono contro di lei. Il caso Grimaldi conquistò le prime pagine dei giornali ma al termine di un processo squisitamente indiziario la Massa fu assolta sette anni dopo in Cassazione. Lo scrittore Maurizio De Giovanni ha commentato: “E’ stato uno dei grandi delitti che hanno inciso sulla superficie dell’anima borghese di questa città”. Vedere morire la Grimaldi fu un colpo incredibile. Nel 1996 si aprì la seconda pista con la testimonianza di alcuni camorristi collaboratori di giustizia. A loro dire l’omicidio di Anna era collegato al sequestro del nipote, Gianluca Grimaldi, rapito tre mesi prima.
“C’è stato il rapimento di mio cugino, l’assassino di mamma e il suicidio di un altro cugino”, ha svelato la figlia della vittima che ha così intravisto un filo conduttore tra i tre eventi. Secondo i tre pentiti l’agguato non sarebbe dovuto essere mortale ma serviva per spingere la famiglia al pagamento del riscatto ma non vi furono riscontri e l’inchiesta finì con l’archiviazione. “Io non credo nel delitto perfetto ma in una serie di coincidenze che si possono sfatare con la collaborazione di qualcuno”, ha commentato ancora la figlia. Oggi è stata realizzata una mail, “[email protected]” per raccogliere informazioni utili anche in forma anonima. Cosa spera oggi la figlia? “Mi auguro che la procura napoletana voglia riesaminare gli atti e riaprire il caso, e sono certa che con i mezzi di oggi si potrà arrivare a mettere un punto e dare giustizia a mia mamma perché la verità anche a distanza di tempo dà giustizia”.