Un quadro indiziario incompleto nel quale manca un movente credibile ma anche l’arma del delitto: è quanto ribadito dall’avvocato di Enrico Zenatti, l’uomo 53enne in carcere perché sospettato dell’omicidio della suocera Anna Turina. Del caso si è occupata anche la trasmissione Lombardia Nera in onda su Antenna 3. Nella villa bifamiliare in provincia di Mantova nella quale viveva e dove è morta la 73enne, sono arrivati anche i carabinieri del Ris. Ad ucciderla sarebbe stato un profondo taglio alla gola, forse inferto con delle forbici poi lavate. Nel frattempo Zenatti dal carcere continua a proclamarsi innocente asserendo di non aver avuto alcun problema con la suocera. Ma per gli inquirenti tra i due erano in corso dei rancori.



A pesare è soprattutto il passato dell’uomo: quasi 20 anni fa Zenatti fu accusato di aver ucciso due prostitute a Verona. Dopo la condanna in primo grado a 18 anni fu poi assolto in Appello con sentenza confermata anche in Cassazione. Ora il suo presunto coinvolgimento in un nuovo delitto è stato definito dai suoi concittadini “una cosa impensabile”. Oltre alle indagini sull’omicidio della suocera, gli inquirenti dunque starebbero tenendo conto anche del cold case che lo vide coinvolto. Il pm che lo accusò allora, svela Lombardia Nera, è lo stesso che oggi indaga sulla morte di Anna Turina.



Omicidio Anna Turina, la posizione di Enrico Zenatti

Per la seconda volta un presunto colpevole? E’ questo il dubbio degli inquirenti che indagano sul passato di Enrico Zenatti, oggi accusato dell’omicidio della suocera Anna Turina. La trasmissione si è domandata se in questo caso siamo di fronte realmente ad un serial killer o ad un omicidio dettato dalla sete di vendetta. Questo anche il quesito degli inquirenti.

Il vero problema però è rappresentato dal fatto che lo stesso magistrato che in precedenza aveva chiesto la sua condanna per i due omicidi delle escort, adesso si ritrova la stessa persona accusata di un altro omicidio. A commentare questo aspetto, definendolo problematico, è stato l’avvocato Alessandro Bernasconi, ospite in studio a Lombardia Nera, il quale ha asserito: “Il problema del magistrato è serio perchè ci sarebbe in teoria la facoltà di astenersi per gravi motivi di convenienza”.