Registrazioni audio, un gps per spiarla e le minacce: l’ossessione di Domenico Ossoli emerge dalle ultime novità sull’omicidio Annarita Morelli a Fonte Nuova, a nord di Roma. La vittima aveva avviato le pratiche per la separazione davanti al giudice civile, ma il marito era contrario e lo aveva fatto presente ai tre figli, a cui più volte aveva dichiarato: «Piuttosto l’ammazzo, ma non le do la separazione». I figli hanno confermato la gelosia del padre, di certo non potevano aspettarsi questa tragedia.



Stando a quanto riportato dal Corriere della Sera, non è da escludere che avesse usato anche microcamere in casa e app spia nel telefono della moglie, visto che era arrivato a nascondere un dispositivo gps nell’auto dove poi l’ha uccisa. Il 73enne si è recato dal tabaccaio e ha confessato: «Ho sparato a mia moglie, ma non volevo ucciderla. Chiamate un’ambulanza». La donna è stata colpita sulla spalla sinistra da un proiettile che ha poi raggiunto il suo cuore, quindi è morta pochi istanti dopo.



All’arrivo dei carabinieri, Domenico Ossoli ha dato il borsello con la pistola, precisando che voleva «ferire la moglie alla gambe». I dettagli sono emersi attraverso il procuratore capo di Tivoli, Francesco Menditto, che ha interrogato l’ex autista col pm Roberto Bulgarini Nomi e i carabinieri di Monterotondo.

OMICIDIO ANNARITA MORELLI, CONTESTATA LA PREMEDITAZIONE

Nel decreto di fermo viene definita «evidente la volontà omicidiaria dell’uomo», che ha attirato Annarita Morelli e poi ha sparato. Peraltro, la non volontà omicidiaria risulta incompatibile con quanto appurato dal medico legale. Di fatto a Domenico Ossoli è contestata anche la premeditazione.



Per quanto riguarda il movente, la procura ritiene che vada individuato nella volontà della vittima di sottrarsi al controllo del marito. Non sono emerse finora denunce di violenze o maltrattamenti, ma ci sono testimoni che hanno riferito che il marito parlava male della moglie, aveva provato a convincerla a non procedere con la separazione, ma ormai la donna non voleva più saperne di lui a causa dei «troppi tradimenti».

Da Norcia, dove si era trasferito pur tornando a dormire a casa sua, è arrivato con la pistola alla cintola per raggiungere Annarita Morelli, del resto grazie al dispositivo gps sapeva dove trovarla.

“DOMENICO OSSOLI ERA ACCECATO DALLA RABBIA”

Secondo il meccanico dell’officina accanto alla casa dei coniugi, l’omicidio era nell’aria, perché il marito pedinava la moglie e voleva farle del male. Infatti, si era recato pure nell’officina per sfogarsi. «Era accecato dalla rabbia», le parole riportate da Il Messaggero. Domenico Ossoli ce l’aveva con tutte le donne, non solo con Annarita Morelli, a cui comunque non voleva dare i 300 euro al mese che lui si era offerto di darle nell’udienza per la separazione.

Anche i vicini sapevano degli attriti, ma il meccanico è convinto che l’uomo abbia pedinato la donna prima di ucciderla, perché l’auto dell’uomo è stata ritrovata vicino a un albergo a poche centinaia di metri dal luogo del delitto. In quell’albergo non ha dormito: è arrivato alle ore 8:37 nel piazzale per parcheggiare l’auto, ci è rimasto per un minuto.

Lo ha ripreso una telecamera esterna: le immagini lo mostrano mentre scende e si dirige spedito verso il luogo dove si trovava Annarita Morelli. Sapeva dov’era perché, appunto, le aveva sistemato un gps, come appurato dagli inquirenti.