Hamedi El Makkaoui è il ragazzo che ha ucciso Anselmo Campa, arrestato nella notte fra sabato e domenica. L’imprenditore di Gurmello del Monte è stato assassinato a martellate a seguito di una lite legata ad un’automobile. Il giovane, che era stato fidanzato con il figlio della sua vittima, utilizzava una Renault Clio per cui aveva versato ad Anselmo Camp 8mila euro, ma l’imprenditore l’aveva poi venduta e gli aveva restituito i soldi. A spingere Hamedi El Makkaoui a confessare l’omicidio è stato il fratello, il 39enne Bouazzaoui: «Io qui sono il maggiore – ha spiegato lo stesso, intervistato nelle scorse ore dai microfoni del Corriere della Sera – e sono sempre stato un punto di riferimento per Hamedi, si è sempre fidato di me e ha sempre accettato i miei consigli».
Poche ore prima dell’arresto, Bouazzaoui aveva purtroppo capito che era stato il fratello a commettere l’assassinio: «L’ho preso da parte e gli ho detto: abbiamo capito tutti che sei stato tu, adesso è meglio per tutti se confessi». E ancora: «C’erano delle contraddizioni, le vedevo anche io, ma lui continuava a difendersi: non sono stato io, non sono stato io». Ad inchiodare Hamedi le telecamere che avevano ripreso lo stesso nella zona dell’omicidio, dove viveva la vittima, ma il 25enne aveva invece sempre sostenuto di essere da un’altra parte mentre veniva commesso il crimine.
OMICIDIO ANSELMO CAMPA, LE PAROLE DEL FRATELLO DEL KILLER: “MI DISPIACE TANTISSIMO…”
«Ero già stato in caserma due volte — ha spiegato ancora Bouazzaoui —. Sabato sera i carabinieri hanno deciso di perquisire la casa di mio fratello a Grumello. È stato lì che l’ho preso da parte e gli ho consigliato di confessare. E lui mi ha obbedito. È una cosa che da lui non ci aspettavamo – prosegue, riferendosi al brutale assassinio – ha spiazzato tutti. Non so se sia stato sotto effetto della droga o avesse preso qualcosa. Ma non aveva avuto problemi con nessuno, è nato in Italia anche se ha vissuto per un po’ in Marocco, si faceva chiamare Luca dagli amici. È sempre stato buono. E poi è un ingenuo, vedevo anche durante l’interrogatorio in caserma: continuava a ripetere le stesse cose ma non è capace di mentire».
Hamedi El Makkaoui ha spiegato di aver perso il controllo dopo aver discusso per l’auto e aver ricevuto, a suo modo di vedere, degli insulti «Vai via, marocchino di m…». A quel punto ha preso il martello e ha colpito l’imprenditore alla testa, per poi colpirlo ancora. «Ho rovinato la vita alla sua famiglia e la mia», ha detto il ragazzo poi dopo la confessione, mentre Bouazzaoui ha aggiunto: «Le figlie e la ex moglie le conoscevamo bene, sono venute anche diverse volte a casa nostra, mentre il signor Anselmo non l’ho mai visto. Ho detto che mi dispiace tantissimo e anche a loro ho ripetuto che se mio fratello ha sbagliato deve pagare».