Nella giornata di oggi si è tenuta la terza udienza preliminare per il caso del triplice omicidio che ha coinvolto Luca Attanasio (ambasciatore italiano in Congo), il carabiniere Vittorio Iacovacci e l’autista Mustapha Milambo. Questa era, inoltre, l’ultima occasione in cui lo Stato Italiano poteva costituirsi parte civile nel processo che vede imputati due alti funzionari del Programma alimentare mondiali dell’Organizzazione delle Nazioni Unite.
Lo Stato avrebbe deciso di non costituirsi nel processo per l’omicidio di Attanasio, mentre la famiglia della vittima ha deciso di accettare il risarcimento offerto dal Programma alimentare. Di altro, avviso, invece, la famiglia del carabiniere Iacovacci, che ha rifiutato il risarcimento, costituendosi definitivamente parte civile nel processo legale che varrà avviato, ufficialmente, nei prossimi mesi. La vicenda legata all’omicidio di Luca Attanasio ha preso piede nel febbraio del 2021 in Congo, quando il diplomatico, il carabiniere della sua scorta e l’autista, rimasero vittime di un’imboscata organizzata da sei congolesi, poi arrestati e processati.
Omicidio Attanasio, la famiglia: “Indecorosa l’assenza dello Stato Italiano”
Dopo l’udienza preliminare per l’omicidio di Luca Attanasio, Vittorio Iacovacci e Mustapha Milambo, le famiglie delle vittime italiane hanno preso un attimo per commentare l’esito della giornata. I familiari del diplomatico, tramite il loro legale, hanno sottolineato di aver accettato il risarcimento “per il futuro delle tre figlie di Luca“, mentre i parenti del carabiniere sono intenzionati a raggiungere “la verità su quanto accaduto”.
Passando, invece, ad altri argomenti, il padre di Attanasio, Salvatore, ha sottolineato che per l’omicidio “non ci accontenteremo di una verità di comodo. Pretendiamo che il processo faccia emergere tutte le responsabilità che sono dietro all’uccisione di mio figlio”. Non solo, perché ha sottolineato anche la sua “grande amarezza [nel] constatare l’assenza dello Stato italiano. Uno Stato forte con i deboli e debole con i forti in Congo quando gli imputati erano 5 disgraziati, lo Stato italiano si è presentato come parte civile. Qui di fronte a un’organizzazione potente come quella delle Nazioni Unite, lo Stato fugge“. Insomma, si tratta solamente di un altro capitolo dell’omicidio di Luca Attanasio, ma certamente non di quello conclusivo.