Arrivano nuovi aggiornamenti sul delitto di Avellino. La madre di Giovanni Limata, 22enne accusato di aver ucciso il padre della fidanzata Elena Gioia, difende il figlio: è stato manipolato. Intervenuta ai microfoni de Il Mattino, la donna ha spiegato che sarebbe stata Elena a chiedere al figlio di uccidere suo padre e lui avrebbe agito come un burattino. «Io e mio marito stiamo soffrendo ma non era la nostra famiglia a essere manchevole. Non è la nostra famiglia che non ha amore al suo interno». E non è tutto: l’avvocato Mario Villani ha spiegato che «sulla scena del crimine ci sono state molte interferenze: 14 coltellate sono tante e Giovanni non era solo in quella casa».



La sorella di Giovanni Limata ha evidenziato: «La nostra famiglia è distrutta, scioccata, incapace tutt’ora di accettare che ciò che stiamo affrontando sia la realtà […] Siamo una famiglia di sacrifici, di valori, di principi, una famiglia che sa cosa significa lavorare duramente per raggiungere i propri sogni e obiettivi». Come riportato da Storie Italiane, la donna ha aggiunto: «Non hanno fallito come genitori! Non hanno colpa delle sue decisioni! […] Ciò che Giovanni ed Elena hanno fatto non ha perdono. Non hanno distrutto solo la loro vita, ma anche la nostra, annullando tutto ciò in cui crediamo e che abbiamo costruito». (Aggiornamento di MB)



OMICIDIO AVELLINO, ELENA E GIOVANNI IN CARCERE

Il caso del terribile omicidio di Avellino organizzato da Elena Gioia e dal suo fidanzato Giovanni, il diabolico piano per uccidere tutta la famiglia. Alla fine ne ha fatte le spese solo il papà della 18enne Elena Gioia, 53enne massacrato con una serie di coltellate. Il programma di Rai Uno, Storie Italiane, si è recato ad Avellino, provando a parlare con qualcuno degli amici di Giovanni Limata, il 23enne fidanzato di Elena, accusato in concorso di omicidio.

Numerosi coloro che raccontano di un ragazzo un po’ chiuso, che aveva pochi contatti con gli altri ragazzi del posto, e che in passato aveva tentato il suicidio: “Si vedeva già che aveva problemi era un tipo solitario – raccontano nella nota città irpina – non lo vedevi spesso con i ragazzi della sua età”. E ancora “Due anni fa provò a suicidarsi, provò a buttarsi da un ponte, ma non è mai stati aiutato, erano usciti anche articoli su sto fatto. non ce l’aspettavamo ma lui comunque devi pagare, ma io dico, come fai tu figlia a voler uccide la famiglia, volevano uccidere madre e sorella”.



OMICIDIO AVELLINO, LA FAMIGLIA DI LEI NON VUOLE ABBANDONARLA

Un altro aggiunge: “Un ragazzino che aveva problematiche ma non mi sarei mai aspettato una cosa del genere, era molto chiuso, aveva pochi amici, solo il fratello. Sembrava un ragazzo normale, mai me lo sarei aspettato, tutto il paese è sconvolto”. Carla Lombardi, inviata di Storie Italiane da Avellino, ha aggiunto raccontando le sensazioni della madre, dopo il funerale del marito di ieri: “Una famiglia distrutta, loro comunque hanno scelto la strada del perdono, non vogliono abbandonare la figlia, credono sia stata plagiata dal ragazzo, non danno la colpa totale alla figlia, tanti capiscono, altri un po’ meno, come spesso si dice, bisogna mettersi nei panni di questa madre perchè questo dolore sa cosa è, noi possiamo solo immaginare”.