La confessione di Benno Neumair, il 30enne di Bolzano che ha ammesso di aver ucciso lui i genitori Peter Neumair e Laura Perselli, misteriosamente scomparsi lo scorso gennaio, non avrebbe convinto pienamente gli inquirenti. Il caso sarà al centro della nuova puntata di oggi di Chi l’ha visto che indagherà sugli ultimi risvolti legati all’omicidio dei due coniugi. Secondo chi indaga, i racconti forniti da Benno sarebbero solo il punto di partenza di qualcosa che va ben oltre e molti dettagli della sua confessione non tornerebbero del tutto. La stessa confessione, come rivela Fanpage.it, sarebbe giunta in due differenti momenti. Il primo arriva con la sua affermazione secca: “sì è vero, li ho uccisi io”, in cui ammette le responsabilità. Il secondo dopo alcune settimane e potrebbe contribuire ad aprire la pista della premeditazione del duplice delitto.
Gli inquirenti ipotizzano che dalla confessione fornita Benno starebbe cercando di ammettere le sue colpe e smorzare al tempo stesso i toni del delitto, seppur impossibile. Benno parla di una lite per soldi con il padre Peter e poi l’uccisione per strangolamento con una corda per far star zitto il genitore. Quindi il ritorno della madre alla quale non avrebbe lasciato neppure il tempo di togliersi il cappotto. Un ritorno che, come spiegato da Benno, è avvenuto quando l’omicidio era “appena successo”.
OMICIDIO BOLZANO, CONFESSIONE BENNO NEUMAIR: ECCO COSA NON TORNA
Il racconto del trentenne tuttavia avrebbe diversi punti poco chiari. Intanto non andrebbe a combaciare con il cellulare del padre Peter Neumair spento da molto prima di quello della madre Laura Perselli. Sebbene l’idea che possa averla uccisa subito dopo il suo ingresso in casa andrebbe ad escludere la premeditazione, qualcosa continua a non tornare. Intanto Benno avrebbe dichiarato all’amico con la quale aveva passato la notte che avrebbe raggiunto la sua abitazione in auto, eppure per sua stessa ammissione i genitori non gli permettevano di usare la vettura di famiglia della quale non aveva le chiavi. Benno invece già da alcune sere prima sapeva che avrebbe usato quell’auto: come mai? Dubbi anche sul fatto che abbia ammesso di aver gettato sia l’arma del delitto che il cellulare: cosa avrebbe potuto svelare? Infine c’è un altro dettaglio che andrebbe ad alimentare la pista della premeditazione, ovvero la sua richiesta alla scuola in cui insegnava come supplente di allungare le vacanze di Natale di 4 giorni.
Adesso però la sospettata premeditazione potrebbe passare in secondo piano in seguito alla richiesta di sottoporre il presunto assassino reo confesso a perizia psichiatrica. Già in Germania gli era stata diagnosticata una schizofrenia paranoide, poi ‘declassata’ in Italia come bipolarismo leggero.