Nella giornata di ieri si è tenuta una nuova udienza in merito al processo nei confronti di Luana Cammalleri e Pietro Ferrara, i due imputati per la morte di Carlo La Duca, il cui corpo non è mai stato rivenuto. “La signora Camalleri si è difesa – le parole di Concetta, la mamma della vittima, parlando con i microfoni di Storie Italiane – dicendo tutto a modo suo, ma la sua coscienza deve dire se quello che ha detto è giusto o no”. E ancora: “Luana ancora nega e dice bugie. Quando la chiamavano in caserma il giorno prima lei si consultata con Ferrara sulle domande che le facevano i pm. Si incontravano per accordare le risposte. Ancora continuano a dire bugie”, ha concluso.
L’avvocato della famiglia, Pirrone, è stato a sua volta in collegamento con il programma di Rai Uno, ed ha spiegato: “Non c’è stata alcun ammissione ma non ci stupisce, non ci aspettavamo ammissioni. Il processo si avvia alla conclusione e hanno tirato fuori i loro alibi, ma io non ho mai visto tirare fuori un alibi a tre o quattro anni dalla scomparsa del marito dopo che ha reso due interrogatori, si è avvolta di non rispondere, poi chiedere un interrogatorio e ammette di aver seguito Carlo quel giorno. E’ una tesi difensiva che non può reggere per la logica e il contenuto delle intercettazioni che sono chiarissime”.
OMICIDIO CARLO LA DUCA, L’AVVOCATO: “ORA SENTIREMO ALTRI TESTIMONI OPPURE SI ARRIVERÀ ALLE CONCLUSIONI”
Quale sarà il prossimo step? L’avvocato della famiglia di Carlo Lo Duca ha precisato: “L’esame di Luana non è ancora terminato, deve essere ancora sottoposta alle nostre domande, poi avremo finito l’attività istruttoria quindi sentiremo eventualmente altri testimoni oppure si avvierà verso la conclusione finale nel giro di pochi mesi, senza che il corpo sia stato trovato”.
Comunque, ha precisato: “L’accusa è anche di distruzione di cadavere quindi l’assenza del cadavere non è una lacuna. Il cadavere è stato occultato o distrutto prima di spostare la Golf. Lo avrebbero fatto solo per allontanare la responsabilità di Pietro Ferrara che sperava che non si sarebbe mai saputo che Carlo La Duca si fosse recato da lui in campagna. C’è stato un corto circuito nella ricostruzione dei fatti che li ha costretti a cambiare versione durante l’iter investigativo, strada facendo sono stati costretti ad aggiustare la versione”.