Lorenzo, il 35enne figlio di Carmine D’Errico ed accusato del suo omicidio resta in carcere. La decisione è giunta nelle passate ore da parte del gip di Monza che ha convalidato il fermo a carico dell’uomo in carcere con l’accusa di aver ucciso il padre a Cusano Milanino e di averne poi bruciato parte del cadavere. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia, come riporta Fanpage, il 35enne si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il suo arresto è scattato dopo un sopralluogo dei Ris nella villetta dove padre e figlio vivevano insieme come da separati, stando alle parole dello stesso Lorenzo. I militari lo hanno fermato lo scorso 3 febbraio mentre tentava maldestramente la fuga e lo hanno condotto in caserma.
Oggi, del caso se ne occuperà anche la trasmissione Chi l’ha visto con documenti audio e video inediti. “Sono empatico come uno scolapasta ma non c’entro con la scomparsa di mio padre”, aveva detto il 35enne all’inviato del programma di Rai3. Al momento del fermo gli inquirenti lo avevano informato delle indagini sulla presunta sparizione del padre accusandolo formalmente di averlo ucciso con almeno 40 martellate.
Omicidio Carmine D’Errico: le prove a carico del figlio Lorenzo
Lorenzo D’Errico non sapeva ancora che i carabinieri avevano già individuato ed identificato il cadavere la padre Carmine, sebbene fosse semicarbonizzato. Il corpo dell’uomo è stato rinvenuto in una fabbrica abbandonata di Cerro Maggiore lo scorso gennaio. Del padre si erano perse le tracce dallo scorso 30 dicembre, giorno a partire dal quale il figlio stava inscenando la sua sparizione anche al cospetto della trasmissione di Rai3. A Chi l’ha visto aveva categoricamente smentito un suo coinvolgimento nel giallo legato al padre.
Il 35enne era certo di aver eliminato tutte le tracce di sangue dalla villetta in cui l’uomo sarebbe stato ucciso, ma i Ris hanno ben presto trovato ciò che serviva per incastrare Lorenzo. Ulteriore prova in mano agli inquirenti anche il suo cellulare che lo colloca a Cerro Maggiore nei giorni in cui sarebbe stato portato il cadavere del padre. Inoltre, una telecamera di sorveglianza avrebbe ripreso il 35enne mentre scendeva dall’auto del padre dopo averla spostata a poche centinaia di metri dalla villetta dove viveva, forse per continuare ad alimentare la tesi dell’allontanamento volontario sostenuta anche in tv.