Il prossimo 29 marzo prenderà il via il processo per l’omicidio del giovane Gianluca Coppola, il 27enne ucciso a Casoria (Napoli) a colpi di pistola l’8 aprile dello scorso anno. Unico imputato è Antonio Felli, assassino reo confesso e detenuto nel carcere di Poggioreale. Lo stesso lo scorso 5 luglio permise agli inquirenti di ritrovare l’arma del delitto. Alla vigilia della prima udienza del processo che si svolgerà davanti alla Corte di Assise di Napoli, la famiglia Felli ha deciso di prendere le distanze pubblicamente dai video diffusi su Tik Tok e che hanno sollevato non poche polemiche.



Nelle passate ore, infatti, sul noto social, come riferisce il portale Internapoli.it sarebbero stati pubblicati diversi video celebrativi e di sostegno nei confronti di Felli che avrebbe ucciso per questioni di gelosia. Era stato proprio il padre della vittima 27enne a rivolgersi al Consigliere Regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli, segnalando la presenza sui social di questi video, “pubblicati probabilmente dai familiari di Felli con account fasulli”.



Omicidio Casoria, video Tik Tok a favore di Felli: la famiglia si dissocia

La famiglia di Antonio Felli, tuttavia, proprio in queste ore si è pubblicamente dissociata attraverso una nota diffusa dall’avvocato Dario Carmine Procentese e riportata dall’agenzia di stampa Ansa, nella quale si legge: “Dopo aver appreso da numerose testate giornalistiche che sul noto social Tik Tok sono stati pubblicati diversi video celebrativi di Antonio Felli i familiari di Felli, additati come probabili responsabili della diffusione di tali video (tramite account fasulli) – hanno prontamente contattato lo scrivente affinché si rappresentasse che la famiglia Felli intende prendere le distanze da tali riprovevoli condotte e al contempo si intraprendano tutte le azioni legali nei confronti dei responsabili della creazione e diffusione dei video e di tutti coloro che hanno commentato e condiviso tali contenuti”.



L’avvocato Procentese ha anche ribadito il desiderio della famiglia del proprio assistito alla riservatezza, censurando l’esasperazione mediatica dal momento che questa potrebbe incidere in modo negativo nell’ambito del processo che sin da ora si presenta molto complesso. “Ma soprattutto finisce per vanificare il contegno processuale tenuto dal Felli, il quale dapprima ha ammesso immediatamente le proprie responsabilità e poi ha fornito un utile contributo nel corso delle indagini mostrando profondo rimorso per il gesto compiuto”, ha aggiunto il suo difensore.