Nella giornata di oggi è stata scritta la penultima pagina del lungo processo per la morte del vicebrigadiere dei Carabinieri Mario Cerciello Rega avvenuta nel 2019 – ma ci torneremo nel dettaglio – al culmine di una colluttazione nata dopo la segnalazione da parte di un presunto informatore di quello che in gergo viene chiamato ‘cavallo di ritorno’: fin da subito dietro all’omicidio è apparso chiaro che ci fossero i due americani Lee Elder Finnegan e Gabriel Natale Hjorth che furono arrestati a poche ore dall’accoltellamento di Cerciello Rega entrando in una serie di processi che ne hanno ridotto in ben due occasioni la pena complessiva.
Soffermandoci un attimo sulle novità dell’omicidio Cerciello Rega, vale la pena sottolineare che oggi è scaduta la finestra di tempo concessa a Elder e Hjorth per impugnare l’ultima sentenza della Corte d’Appello di Roma emessa lo scorso 3 luglio: il primo dei due imputati ha deciso di non presentare ricorso rendendo definitiva la condanna a 15 anni e 2 mesi di reclusione; mentre il secondo – che già gode di una pena ridotta a 11 anni e 4 mesi ed è attualmente ai domiciliari nel comune di Fregene – impugnerà un’ultima volta la sentenza cercando di ottenere un ulteriore sconto di pena.
L’omicidio di Mario Cerciello Rega, cos’è successo: il cavallo di ritorno, la colluttazione e i processi
Tornando ora al principio, per capire cosa sia successo a Cerciello Rega dobbiamo tornare alla notte tra il 25 e il 26 luglio 2019 quando il vicebrigadiere accompagnato dal collega Andrea Varriale era intervenuto per sventare il già citato cavallo di ritorno: un presunto informatore – infatti – poche ore prima della segnalazione aveva provato a vendere della finta cocaina a Elder e Hjorth che – scoperta la truffa – hanno rubato il suo borsello chiedendo in cambio un grammo della sostanza dovuta e 100 euro.
Oltre al presunto informatore, all’incontro per lo scambio borsello-droga si sono presentati anche Cerciello Rega e il collega: ne è nata – per ragioni mai veramente approfondite – una colluttazione culminata con Elder che ha estratto un lungo coltello da caccia con il quale ha inflitto 11 colpi letali al vicebrigadiere prima di darsi alla fuga. I due vennero arrestati poche ora più tardi e in caserma si originò il collaterale caso della foto di Hjorth bendato e con le mani legate dietro alla schiena durante il fermo – per il quale è stato assolto il maresciallo Fabio Manganaro e condannato l’agente Silvio Pellegrini -; mentre Elder ha confessato l’omicidio spiegando di non essere al corrente del fatto che i due fossero carabinieri.
Dopo un’iniziale condanna all’ergastolo per i due imputati dell’omicidio di Cerciello Rega, in Appello la pena è stata ridotta a 24 anni per Elder e 22 per Hjorth, salvo poi vederla stravolta ed annullata dalla Cassazione che ha fatto cadere – tra le altre – l’aggravante della resistenza a pubblico ufficiale portando nel processo d’Appello bis alle riduzioni a cui abbiamo accennato in apertura (15 anni al primo, 11 al secondo).