I giudici della corte d’appello di Roma hanno pubblicato le motivazioni della sentenza con cui hanno ridotto la condanna a Elder e Hjorth, i due imputati nel processo di secondo grado l’omicidio di Mario Cerciello Rega. Elder Finnegan Lee ha avuto una condotta “del tutto abnorme rispetto a quella posta in essere dal vicebrigadiere Cerciello” e ha “deliberatamente perdurato nella propria azione aggressiva sino a condurla al tragico compimento”. Gabriele Natale Hjorth, invece, ha avuto un ruolo nell’organizzazione dell’omicidio ed è stato “aizzatore” dell’azione di Elder.



A scriverlo sono i giudici della corte d’appello di Roma nella sentenza con cui hanno lo scorso marzo hanno ridotto a 24 anni la condanna per Elder e a 22 per Hjorth. Nel provvedimento, di circa 300 pagine, i giudici hanno ricostruito la vicenda e descritto il comportamento dei due imputati, ai quali è stata ridotta la pena. L’autore materiale è stato Elder, mentre Hjorth lo avrebbe aizzato nel compiere il gesto.



Omicidio Cerciello Rega, i ruoli dei due assassini

Come si legge nella sentenza dei giudici sull’omicidio di Cerciello Rega, ” è corretto sostenere che Elder avesse avuto piena contezza del significato della parola ‘carabinieri”, più volte pronunciata sia da Cerciello e Varriale e che la avesse udita con chiarezza e ritenuta pienamente rispondente al vero”. L’imputato avrebbe “deliberatamente perdurato nella propria azione aggressiva sino a condurla, non senza veemenza esagerata, al tragico compimento”. L’azione è descritta come “del tutto abnorme rispetto a quella posta in essere” dal vicebrigadiere, “non solo per il mezzo usato (un coltello di 31 cm, con elsa a protezione della mano offensiva, con 18 cm di lama tagliente zigrinata, ad uso militare), ma anche alla luce delle modalità efferate di esecuzione della condotta (11 coltellate su entrambi i fianchi, in serie e a danno di molteplici organi vitali)”.



Hjorth, invece, ha dato “piena l’adesione” al compagno nell’omicidio del carabiniere. Hjorth “si è coerentemente recato alla riunione insieme ad Elder ben consapevole che questi fosse munito di coltello, e anzi ragionevolmente sentendosi tranquillo a seguito del porto dell’arma da parte del sodale, senza minimamente tentare di indurlo a desistere dal recarsi armato allo scambio, e nell’ambito di una suddivisione dei ruoli. Ha mostrato un atteggiamento del tutto insensibile all’esito dell’accoltellamento del vicebrigadiere, omettendo, oltre di intervenire personalmente, anche solo di invitare l’amico ad un doveroso soccorso, piuttosto invitandolo a fuggire, come poi effettivamente avvenuto”.