Domiciliari a Fregene per Gabriel Natale Hjorth, l’italo-americano condannato per l’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega. Mentre attende la pubblicazione delle motivazioni della sentenza d’appello bis per il ricorso in Cassazione, ha lasciato il carcere di Velletri per raggiungere la casa della donna paterna, dove dovrà continuare a scontare la sua pena, in base a quanto deciso dai giudici.



Stando a quanto riportato da Repubblica, il giovane di 23 anni ha trovato ieri mattina in casa la nonna Silvana e lo zio Claudio. Gli agenti, che avevano già ispezionato l’abitazione, hanno poi provveduto al controllo del funzionamento del braccialetto elettronico che Gabriel Natale Hjorth è tenuto a indossare. La notizia dei domiciliari aveva suscitato la dura reazione dei familiari del carabiniere Mario Cerciello Rega.



Il legale della vedova aveva parlato di “tanto sconcerto“, in particolare aveva spiegato che la sua assistita, Rosa Maria Esilio, “è totalmente sconvolta“, ma preferisce non commentare, pur precisando che è “pervasa da un profondo senso di sfiducia“.

CERCIELLO REGA, DAI TIMORI DEI VICINI AL SOLLIEVO DELLO ZIO DI HJORTH

Reazione diversa quella dei residenti, che infatti ieri mattina hanno espresso la loro preoccupazione quando sono arrivati gli agenti di polizia e i carabinieri nei pressi del villino, dove il 23enne sconterà i domiciliari. Molti dei vicini lo conoscono bene, visto che tornava in Italia in occasione delle vacanze estive. “Non posso parlare male di questa famiglia e non abbiamo niente contro di lui. Quando lo abbiamo saputo siamo rimasti dispiaciuti per la nonna, che è una brava persona. È la sorella di un magistrato. È un pezzo di pane“, ha raccontato una vicina a Repubblica.



Ma Il Messaggero ha riportato il timore che possano esserci reazioni scomposte da parte di chi vive in zona, perché non tutti hanno accolto con favore l’arrivo del 23enne, condannato a 11 anni e 4 mesi ma in carcere dal 2019, mentre l’amico Finnegan Lee Elder, che ha accoltellato Mario Cerciello Rega, è stato condannato a 15 anni e 2 mesi.

Da un lato c’è preoccupazione: “Temo che ora la pace svanisca. Sono preoccupata perché da giorni è un continuo viavai di persone e poi non si sa mai cosa può succedere in situazioni così delicate e drammatiche“, ha detto un’altra vicina. D’altro canto c’è rabbia per un provvedimento ritenuto “ingiusto“, soprattutto nei confronti della famiglia della vittima. Lo zio Claudio, fratello del padre di Gabriel Natale Hjorth, ritiene che ora il nipote si trova in un ambiente familiare, “soprattutto sapendo quello che ogni giorno succede nelle carceri“.