“Una assoluta anomalia” su cui “non possono nutrirsi dubbi di sorta“: così, riporta Adnkronos, il giudice monocratico di Roma avrebbe definito l’azione del carabiniere Fabio Manganaro nelle motivazioni della sentenza di condanna a due anni, pena sospesa, emessa nel febbraio scorso a carico del militare che bendò Gabriel Natale Hjorth nella caserma di via in Selci dopo il fermo, assieme a quello di Finnegan Lee Elder, per l’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega. È questo uno dei passaggi con cui il giudice avrebbe spiegato che “la misura adottata dal sottufficiale imputato non è espressamente prevista dalla disposizione di legge” sottolineando che la procedura di bendaggio di un fermato “non rientra certo nelle prassi operative delle forze di polizia italiane“.
Nelle motivazioni della sentenza, riporta inoltre Ansa, si legge che “il tribunale non riesce a comprendere bene la relazione tra il bendaggio di un individuo in un contesto quale quello chiaramente emerso in dibattimento e la necessità di tranquillizzarlo ritenendo che, a differenza di quanto avviene per gli uccelli rapaci quando vengono privati degli stimoli visivi, un essere umano appena aggredito con quelle modalità dovrebbe, all’esatto contrario, agitarsi molto di più non potendo nemmeno vedere se qualcuno si appresta a colpirlo e da che punto arriva la minaccia (e del resto lo stesso Manganaro ha dichiarato anche di avergli coperto gli occhi… per disorientarlo)“.
Caso Cerciello Rega, carabiniere condannato per aver bendato Hjorth: le parole del giudice
Nelle motivazioni della sentenza di condanna a due mesi, pena sospesa, per il carabiniere Manganaro relativamente al bendaggio di Hjorth dopo il fermo a seguito dell’omicidio di Mario Cerciello Rega, il giudice avrebbe inoltre precisato quanto segue: “Per quanto possa apparire quasi paradossale, ritiene il tribunale che Fabio Manganaro abbia posto in essere quel comportamento, comunque penalmente rilevante e per il quale non può non essere condannato, al principale, se non addirittura esclusivo, scopo di tutelare i suoi colleghi“ impedendo la loro identificazione “sia provando a togliere ai medesimi ulteriori possibilità di porre in essere altre condotte aggressive nei confronti del fermato“.
Nell’ambito della vicenda giudiziaria per l’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, avvenuto nel luglio 2019, nei mesi scorsi la Cassazione ha annullato con rinvio alla Corte d’Assise d’Appello di Roma il procedimento a carico degli imputati Finnegan Lee Elder e Gabriele Natale Hjorth, annullando con rinvio le rispettive condanne a 24 e 22 anni e disponendo quindi l’appello bis. La Suprema Corte avrebbe chiesto ai giudici di piazzale Clodio di valutare, per il primo, le aggravanti in relazione al reato di resistenza a pubblico ufficiale, per il secondo relativamente all’accusa di concorso in omicidio.