Svolta nell’omicidio di Chiara Gualzetti, la giovane 15enne uccisa il 27 giugno scorso a Monteveglio, in provincia di Bologna, a pochi passi dalla sua abitazione. Ad ucciderla fu un amico 16enne che confessò il delitto ammettendo di averlo fatto perché “mi opprimeva” ed ancora, “mi stava sempre addosso”. Chiara si era invaghita del ragazzino ignara del fatto che proprio lui le avrebbe poi strappato per sempre la vita.
In queste ore si è appreso che il sedicenne non ha alcuna patologia psichiatrica o altri problemi di maturità. Insomma, dalla perizia, come spiega Repubblica.it, il giovane sarebbe capace di intendere e di volere e quindi può affrontare un processo a suo carico che adesso si avvicina sempre di più. Oggi il sedicenne reo confesso è detenuto in un carcere minorile accusato di omicidio premeditato dai futili motivi. Nei momenti immediatamente successivi al suo arresto si giustificò asserendo che era stato un “demone” nella sua testa a spingerlo ad uccidere l’amica.
Omicidio Chiara Gualzetti, difesa commenta risultati perizia
Vincenzo Gualzetti, il padre di Chiara, dopo aver appreso la notizia relativa al killer della giovane figlia ha commentato su Facebook così gli esiti della perizia: “Anche se a livello legale è un’ottima notizia, resta una notizia che spezza il cuore… lo ha fatto in piena coscienza…”. I risultati giungono a distanza di qualche mese dalla disposizione della consulenza psichiatrica da parte della procura dei minori ed affidata allo psichiatra e psicanalista esperto di minori Mario Vittorangeli.
I risultati sono giunti nei giorni scorsi ma resi noti solo in queste ore. Adesso, dunque, l’unica strada percorribile sembra essere quella del processo, in attesa delle perizie di parte, ovvero quella dei consulenti della famiglia di Chiara e quella della famiglia del ragazzo in carcere con l’accusa di omicidio. Solo in seguito la procura potrà chiedere il processo a carico del killer 16enne. A commentare gli esiti, anche l’avvocato Giovanni Annunziata, difensore della famiglia di Chiara Gualzetti che a Fanpage ha spiegato: “La conferma della lucidità del ragazzo al momento dell’omicidio apre la strada per un processo. Questo ci permetterà di accertare le dinamiche e concretizzare le aggravanti che sono state ipotizzate”. Adesso dunque si attende la chiusura delle indagini “per capire con precisione che direzione prenderà la vicenda davanti alla giustizia”.