La Cassazione ha annullato senza rinvio la scarcerazione di Rassoul Bissoultanov, cittadino ceceno accusato dell’omicidio di Niccolò Ciatti, ucciso a calci e pugni nell’agosto 2017 davanti ad una discoteca a Loret del Mar, in Spagna. La decisione dei giudici si è basata sullo snodo della notifica dell’istanza, che non era stata inviata ai genitori della vittima come previsto dal codice penale.



“L’omessa notifica ha impedito ai signori Ciatti di far valere le proprie ragioni in tale sede depositando memorie, oltre che ledere i profili di salvaguardia della incolumità della persona. Proprio per questi motivi la norma citata prevede l’inammissibilità dell’istanza di revoca della misura cautelare non notificata e tale inammissibilità investe tanto il corretto formarsi dell’iter procedimentale di tipo cautelare, quanto la legittimità del provvedimento che ha disposto la liberazione di Bissoultanov”, hanno spiegato al Dubbio i legali della famiglia, gli avvocati Agnese Usai e Massimiliano Stiz.



Omicidio Ciatti, annullata scarcerazione di Bissoultanov: il motivo legato alla notifica

Il rispetto del codice penale è stato dunque fondamentale per procedere con l’annullamento della scarcerazione nei confronti di Rassoul Bissoultanov, il ceceno accusato dell’omicidio di Niccolò Ciatti. “La tutela offerta alla vittima , infatti, ha una valenza che supera i diritti di informazione, risultando piuttosto espressione di una tutela processuale connessa a profili di salvaguardia della incolumità della persona, rafforzata dalla possibilità di portare all’attenzione del giudice circostanze rilevanti tramite il deposito di memorie”, hanno aggiunto gli avvocati.



L’imputato ad oggi tuttavia resta libero e ci sono molti dubbi in merito al fatto che possa scontare la pena in Italia. “Questa sentenza rappresenta una triste vittoria. Vittoria se si pensa che, solo a seguito della memoria redatta dai difensori dei genitori di Niccolò Ciatti, la questione risolutiva è stata sollevata innanzi la Cassazione dalla Procura di Roma, ma anche perché è oramai sancito che la liberazione è stata disposta non correttamente. Triste in quanto l’aver sancito che la liberazione è stata ingiusta non riporterà l’imputato nella disponibilità della giustizia per scontare la giusta pena. Bissoultanov si è reso nel frattempo latitante rispetto alla sentenza di primo grado del Tribunale spagnolo. Come noto, le vicende delle varie carcerazioni e scarcerazioni del Bissoultanov sono lunghe e complesse. Quel che è certo, però, è che ora sarà quanto mai difficile far eseguire la pena”.