Merito a “Il Giornale” di Sallusti che oggi in esclusiva e nel silenzio più assordante degli altri media dà notizia dell’ultimissima, sorprendente, decisione della Cassazione in merito alla possibile libertà condizionale per Federica Saraceni: l’ex brigatista condannata per l’omicidio di Massimo D’Antona – il giuslavorista assassinato dalle Brigate Rosse nel maggio del 1999 – aveva fatto richiesta nei mesi scorsi presso il Tribunale di Sorveglianza di Roma di accedere alla libertà condizionale dopo la condanna definitiva di 21 anni. Il 3 luglio 2019 i giudici avevano però dichiarato del tutto inammissibile la sua istanza di scarcerazione e così la Saraceni aveva fatto ricorso presso la Cassazione; arriviamo così alla giornata di martedì scorso quando, secondo “Il Giornale”, la prima sezione penale della Suprema Corte accoglie il ricorso della difesa della ex brigatista e annulla di fatto la sentenza del Tribunale romano della scorsa estate. A questo punto l’iter prevede che la decisione torni in mano al Tribunale di Sorveglianza di Roma, ma nel frattempo la polemica è già servita: «l’ esito potrebbe essere diverso e la Saraceni potrebbe finire di scontare la pena fuori di casa, rischiando così di rinfocolare le polemiche che accompagnano da sempre la vicenda di questa ex Br», riportano i colleghi de “Il Giornale”.



LA SENTENZA CHE “APRE” LA LIBERTÀ PER FEDERICA SARACENI

Federica Saraceni è la figlia di Luigi, giudice di prim’ordine e fondatore di Magistratura Democratica oltre che parlamentare nei decenni passati: è stato poi lui stesso a difendere la figlia come avvocato nel processo per l’attentato a Massimo D’Antona. Dei 21 anni originari a cui è stata condannata l’ex Br, 17 sono già stati scontati in carcere e la richiesta arriva per i prossimi, ultimi, 4 anni di pena: dopo la polemica sorta lo scorso ottobre per il reddito di cittadinanza richiesto dalla stessa Saraceni, ora la questione diventa anche più ampia con la famiglia D’Antona comprensibilmente irritata dalla possibilità che possa essere comminata la libertà condizionale per gli ultimi anni di carcere da scontare. Già la possibilità dell’assegno del Reddito aveva sollevato un putiferio politico, ma calmatesi le acque la Saraceni è passata a porre la questione della liberazione, trovando però subito l’opposizione dei giudici che hanno considerato il reato da lei commesso tra quelli “ostativi”, in base alla legge sul 4 bis varata nel 2002. Cosa è cambiato allora? Davanti alla Cassazione «i difensori dell’ex terrorista hanno rilevato che i fatti per cui la Saraceni sta scontando la sua pena sono antecedenti alla riforma. Tesi che sembrerebbe essere stata accolta dai giudici di Sorveglianza, anche se bisognerà attendere le motivazioni della Suprema Corte», spiegano i colleghi de “Il Giornale”. A questo punto dunque il Tribunale romano dovrà tener conto di questo punto quando dovrà riesaminare l’istanza di scarcerazione: ricordiamo che la libertà condizionale è permesso per coloro i quali sono condannati ma sono anche stati considerati “ravveduti” e davanti ad un percorso rieducativo con davanti un residuo di pena sotto i 5 anni.

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