Le indagini sull’omicidio di Daviede Buzzi, 42enne ucciso in un bar di Ferrara la notte tra il 1° e il 2 settembre scorsi, si serviranno anche del contributo di un genetista per analizzare le tracce di Dna sulla scena del crimine. Lo riporta in queste ore la testata online estense.com, secondo cui per oggi è attesa l’autopsia. Gli accertamenti medico legali seguiranno la Tac condotta nella serata di ieri e serviranno a chiarire il quadro del decesso dell’uomo coinvolto nella colluttazione all’interno di un localedi via Bologna.



Accertamenti ulteriori, riporta ancora la testata, sarebbero previsti per il 20enne che si sarebbe trovato insieme a Davide Buzzi e che risulta ricoverato per una ferita da arma da taglio all’addome. Al momento il giovane sarebbe ancora in prognosi riservata, ma le sue condizioni sarebbero ritenute “fuori pericolo”. I due, secondo una prima ricostruzione riportata da Repubblica, sarebbero arrivati davanti al locale a bordo di un’auto con l’intenzione di appiccare un incendio per una presunta “vendetta” dopo la morte di un 19enne che Buzzi avrebbe cresciuto come un figlio. Secondo quanto riporta Il Corriere della Sera, per la colluttazione in cui Davide Buzzi è morto restano in carcere i due titolari del bar, padre e figlio di 69 e 41 anni che avrebbero già fornito agli inquirenti la loro versione dei fatti.



Omicidio Davide Buzzi: attesa per l’esito dell’autopsia

Sarà quindi l’autopsia ad aggiungere elementi preziosi alla ricostruzione della morte di Davide Buzzi, prevista nelle prossime ore per accertare le cause del decesso del 42enne. Secondo quanto finora emerso, riporta Il Resto del Carlino, le indagini si starebbero in parte concentrando sugli eventi precedenti alla colluttazione della notte tra il 1° e il 2 settembre scorsi. Nello specifico, al vaglio degli inquirenti ci sarebbe la parentesi temporale tra tra il 13 agosto, giorno della morte del figliastro 19enne di Davide Buzzi avvenuta proprio davanti allo stesso bar, e la sera dell’omicidio dell’uomo.



La chiave per districare la matassa dell’accaduto potrebbe trovarsi proprio in quel periodo, mentre il profilo di un movente, riferisce lo stesso quotidiano, si sarebbe delineato fin dalle prime battute dell’inchiesta: la presunta volontà del 42enne di “farsi giustizia da solo” per il decesso del ragazza che avrebbe cresciuto come un figlio. Queste le parole del legale della famiglia Buzzi, Francesco Mantovani, riportate dal Resto del Carlino: “Davide mi aveva chiesto se si poteva agire per vie legali, perché riteneva che quella sera ci fosse stato un ritardo nel chiamare i soccorsi per Edoardo“.