L’omicidio di Don Pino Puglisi si è consumato il 15 settembre 1993, il giorno del suo 56esimo compleanno. Un omicidio di mafia di un religioso che si è dedicato al territorio e alla sua gente per strappare quante più persone possibili alla malavita e ridare loro speranza e fede nel quartiere Brancaccio di Palermo, dilaniato dalla guerra delle cosche mafiose. Ma chi furono i mandanti e gli esecutori materiali di questo brutale omicidio?



Il primo arresto per l’omicidio di Don Pino Puglisi avviene a Palermo il 19 giugno 1997: si tratta del latitante Salvatore Grigoli, accusato di diversi omicidi tra cui quello di Don Pino Puglisi. Proprio l’esecutore materiale inizia a collaborare con la giustizia, svelando di essersi macchiato di 46 omicidi tra cui quello di Don Pino Puglisi. Sempre Grigoli racconta gli ultimi istanti di vita del religioso: un sorriso e poi un criptico “me lo aspettavo”, non appena Don Pino Puglisi si rende conto che sta per essere freddato con una pistola. Salvatore Grigoli è stato condannato all’ergastolo dalla Corte d’assise di Palermo assieme a Gaspare Spatuzza, Nino Mangano, Cosimo Lo Nigro e Luigi Giacalone, cioè gli altri componenti del commando che aspettò Don Pino Puglisi sotto casa per ucciderlo. Ma chi sono stati i mandanti dell’omicidio?



Omicidio di Don Pino Puglisi, l’identità degli esecutori e dei mandanti: i fratelli Graviano

Per l’omicidio di Don Pino Puglisi sono stati riconosciuti come mandanti i capimafia di Brancaccio Filippo e Giuseppe Graviano, arrestati il 26 gennaio 1994. Giuseppe Graviano viene condannato all’ergastolo il 5 ottobre 1999. Per il fratello Filippo c’è l’assoluzione in primo grado, a cui però segue la condanna in appello all’ergastolo il 19 febbraio 2001. Nelle motivazioni della sentenza della seconda sezione della Corte d’Assise di Palermo, depositata in cancelleria in data 19 giugno 1998, si legge che a Brancaccio “emerge la figura di un prete che infaticabilmente operava sul territorio, fuori dall’ombra del campanile… L’opera di don Puglisi aveva finito per rappresentare una insidia e una spina nel fianco del gruppo criminale emergente che dominava il territorio, perché costituiva un elemento di sovversione nel contesto dell’ordine mafioso, conservatore, opprimente che era stato imposto nella zona, contro cui il prete mostrava di essere uno dei più tenaci e indomiti oppositori”.



Don Pino Puglisi era diventato parroco a San Gaetano, a Brancaccio, il 29 settembre 1990 e il 29 gennaio 1993 aveva inaugurato a Brancaccio il centro “Padre Nostro”, il punto di riferimento per i giovani e le famiglie del quartiere. La sua vita era stata dedicata al recupero dei giovani del quartiere già reclutati dalla criminalità mafiosa, proponendo una cultura della legalità illuminata dalla fede.