Ancora sotto shock la piccola comunità di Garzeno per quanto accaduto a fine settembre, con l’assassinio dell’anziano Candido Montini, ucciso da un 18enne suo familiare. Sarebbero stati motivi di soldi a spingere il giovane a compiere il terribile crimine: sarebbero più di venti le coltellate che il ragazzino ha inferto al povero Candido Montini. L’anziano, come raccontano oggi testimoni, era noto in paese proprio perché era solito girare con una grande quantità di contanti in tasca. Proprio per questo il giovane lo avrebbe aggredito, forse perché sorpreso a rubare soldi in casa della povera vittima. A parlare ancora del 17enne, a “Lombardia Nera”, è un conoscente della vittima, Michael, che lo incontrava spesso sul bus, come raccontato.
“In paese sono pochi i giovani come noi. Ce ne saranno una quindicina. Ognuno pensa per sé. Lui lo conoscevo, è un ragazzo particolare. Lui faceva il trapper, io il rapper. Non so se avesse cattive compagnie, poi se le ha fuori dal nostro paese io non ne so nulla ma non credo. Non so neppure se avesse legami con la droga. Nelle sue canzoni parla di uso di cannabis, ma qualche cannetta ce la facciamo, non lo nascondo. Da qua a dire che era tossicodipendente, ce ne passa, non credo. Una cosa sono le canzoni, una cosa la realtà, è diverso” racconta il giovane.
Omicidio di Garzeno, il conoscente di Candido Montini: “Sono rimasto scioccato”
Michael, il conoscente del 17enne arrestato per l’omicidio di Candido Montini, racconta: “Quando è stato arrestato all’inizio non ci ho creduto, sono rimasto di sasso quando me lo ha detto mio padre. Io con lui non avevo un rapporto quotidiano, a volte scendevamo dall’autobus insieme e parlavamo. Non ci siamo mai fermati a bere”. Dell’anziano, invece, dice: “Era una persona bravissima, molto religiosa, non ha mai rotto le scatole a nessuno. Ci metto le mani sul fuoco sull’onestà di Candido. Su lui non so, a parte quel tratto di strada insieme, non so molto”.