Concluso l’interrogatorio di garanzia, nel quale si è avvalso della facoltà di non rispondere, Louis Dassilva è apparso “sereno” e sicuro della sua versione. Lo ha confermato il suo avvocato, Riario Fabbri, fuori dal carcere dove il 34enne senegalese, attualmente unico indagato per l’omicidio di Pierina Paganelli, è rinchiuso dal 16 luglio scorso su ordinanza del gip di Rimini all’esito delle indagini finora svolte sul delitto della 78enne.
Louis Dassilva continua a dichiararsi estraneo ai fatti contestati, ma per gli inquirenti ci sono numerosi elementi per considerare verosimile un suo coinvolgimento diretto nell’uccisione di Pierina Paganelli, massacrata con 29 coltellate, la sera del 3 ottobre scorso, nell’area garage sotterranea del condominio di via del Ciclamino in cui viveva. Secondo chi indaga, il movente è da rintracciare nella relazione amorosa tra il 34enne e Manuela Bianchi, nuora di Pierina Paganelli e come lui sua vicina di casa. Poco prima di morire, stando alle evidenze investigative, Pierina Paganelli sarebbe stata in procinto di rivelare a tutti quel rapporto clandestino tra Louis Dassilva e la moglie di suo figlio e questo avrebbe “armato” la mano del 34enne per impedirle di innescare uno scandalo che avrebbe avuto pesanti contraccolpi nelle vite dei due amanti.
Louis Dassilva indagato per l’omicidio di Pierina Paganelli, perché non ha risposto al gip
La decisione di Louis Dassilva di non rispondere al gip, ha spiegato il suo avvocato Riario Fabbri, è dovuta al fatto che ritiene di aver già risposto compiutamente agli inquirenti durante l’interrogatorio di circa 8 ore sostenuto prima dell’arresto. “Continua a dirsi innocente“, ha precisato il legale che ora, come si apprende dal Resto del Carlino, sarebbe pronto a presentare ricorso al Riesame per chiedere la scarcerazione del suo assistito.
Il 34enne ha avuto comunque un colloquio con la difesa nel quale sarebbe apparso tranquillo: “È sereno – ha aggiunto Fabbri –, l’ho trovato bene. Abbiamo parlato di quali saranno adesso le prossime mosse difensive da fare. L’ordinanza ha 118 pagine (…). Abbiamo reso un interrogatorio di 8 ore 10 giorni fa, non è che potevamo aggiungere chissà quanto altro“. La difesa di Louis Dassilva intende quindi chiedere la revoca della custodia cautelare in carcere, mentre per i magistrati l’esigenza della misura disposta deriverebbe non solo dagli elementi finora acquisiti ma anche da un concreto pericolo di fuga e di inquinamento delle prove: Louis Dassilva sarebbe stato in possesso di un biglietto per il Senegal, suo Paese d’origine, e gli inquirenti non escludono che fosse determinato a far perdere le proprie tracce quando il cerchio investigativo per l’omicidio di Pierina Paganelli stava stringendosi velocemente intorno al suo profilo.
Omicidio di Pierina Paganelli, la nuora Manuela Bianchi dopo l’arresto di Louis Dassilva: “Sono dispiaciutissima”
Manuela Bianchi, secondo gli investigatori, sarebbe il perno del movente dell’omicidio di Pierina Paganelli. Louis Dassilva, per l’accusa, avrebbe ucciso l’anziana suocera della donna perché intenzionato a impedirle di rivelare la loro relazione clandestina. Poco dopo l’arresto del 34enne senegalese, Manuela Bianchi è tornata in questura a Rimini, nuovamente convocata come persona informata sui fatti per chiarire alcuni punti della versione finora resa agli inquirenti. La sua audizione sarebbe durata circa 7 ore, seguita a ruota da quella sostenuta dal fratello Loris Bianchi.
La donna si è detta “dispiaciutissima” per il provvedimento scattato a carico dell’ex amante senegalese per l’omicidio di Pierina Paganelli, e nega che la sua storia d’amore segreta con l’indagato potesse essere motivo di un livore tale da commettere un delitto, e per di più con una simile efferatezza. “Ho riconfermato tutto quello che ho detto – ha dichiarato Manuela Bianchi a margine del colloquio con gli investigatori –. L’intercettazione di me e Louis Dassilva del 4 ottobre 2023? La vorrei vedere, non so di cosa si tratti“. Il riferimento a questo ultimo elemento riguarda una intercettazione, risalente al giorno del ritrovamento del cadavere, che avrebbe visto Louis Dassilva e Manuela Bianchi scambiarsi richieste di reciproca “rassicurazione” dopo l’omicidio di Pierina Paganelli. Per il gip, una sorta di “confessione” del senegalese con annessa presa di coscienza, da parte della Bianchi, del coinvolgimento dell’uomo nel delitto.