L’omicidio di Roberto Klinger, il medico dell’Inter ucciso nel 1992 sotto la sua casa di Milano all’età di 67 anni, è al centro della nuova puntata del programma di Pino Rinaldi Detectives – Casi risolti e irrisolti, in onda in seconda serata su Rai 3 domenica 20 ottobre.
Un delitto ancora oggi senza soluzione nel quale, durante i decenni, non sono mancati i colpi di scena. Roberto Klinger fu freddato con una pistola e le indagini non hanno mai portato all’assassino. In una prima fase, l’inchiesta si sarebbe focalizzata sulla posizione di un collega, Alessandro Luca Pieretti, che avrebbe avuto dei problemi con la clinica in cui la vittima lavorava. Dopo essere stato indagato per la morte del medico, nel 1995 fu prosciolto.
Omicidio di Roberto Klinger, la ricostruzione e le ipotesi
Roberto Klinger era un affermato diabetologo, medico della “Grande Inter” di Helenio Herrera all’epoca del delitto di cui fu vittima a 67 anni. Fu ucciso a colpi di pistola sotto la sua abitazione, in via dei Muratori a Milano, il 18 febbraio 1992 e nonostante diverse ipotesi, piste e sospetti, ancora oggi si tratta di un caso irrisolto.
Le indagini sull’omicidio di Roberto Klinger sfociarono in un vicolo cieco e l’assassino non fu mai assicurato alla giustizia. Tantissimi gli interrogativi intorno al giallo e una certezza: si tratta di uno dei cold case italiani più oscuri e intricati. Il programma di Pino Rinaldi, Detectives – Casi risolti e irrisolti, ripercorre le tappe di questa complessa indagine attraverso il racconto del vicequestore della Polizia Pamela Franconieri e due esperti nel campo della psicologia e della sociologia, Annamaria Giannini e Arije Antinori.
Omicidio di Roberto Klinger, un legame con il duplice delitto di Pierangelo Fioretto e Mafalda Begnozzi?
Nel luglio scorso, 32 anni dopo l’omicidio di Roberto Klinger, una nuova ipotesi si è fatta strada tra le cronache portando a ipotizzare che la morte del medico dell’Inter potrebbe avere un fil rouge con un duplice delitto precedente, quello dei coniugi Pierangelo Fioretto e Mafalda Begnozzi.
A suggerire che potrebbe trattarsi dell’opera di uno stesso killer, le stesse modalità e il tipo di arma da fuoco, poi le analogie nell’identikit. I coniugi Fioretto furono assassinati a Vicenza esattamente un anno prima, il 25 febbraio 1991, e un indizio “principe” sarebbe proprio la pistola, una Molgora calibro 7,65, riporta Il Corriere della Sera, che potrebbe essere la stessa usata per uccidere Roberto Klinger e che sarebbe un’arma giocattolo modificata con la sostituzione della canna. A questo elementi comune si sommerebbe la rivendicazione dei delitti. Il quotidiano e l’agenzia di stampa Ansa, poche ore dopo l’omicidio di Roberto Klinger, avrebbero ricevuto una lettera a firma della “Falange Armata” che avrebbe rivendicato anche gli omicidi Fioretto-Begnozzi. L’ipotesi più recente è che dietro tutti i delitti ci fosse la ‘ndrangheta e che quello fosse un depistaggio.