Elena Del Pozzo e l’omelia del vescovo di Catania

Si sono svolti due giorni fa i funerali della piccola Elena Del Pozzo, la bambina uccisa dalla mamma Martina Patti, rea confessa del delitto, in provincia di Catania. Il caso sarà al centro della nuova puntata di oggi di Quarto Grado, che farà il punto sulle indagini, tra lavori degli inquirenti ed i dubbi legati alla confessione della giovane mamma 23enne. Come ha fatto Martina ad uccidere la sua bambina il 13 giugno scorso ed a seppellirne il corpo nelle campagna di Mascalucia? Se lo chiederanno gli ospiti della nuova puntata del programma di Rete 4. Intanto riecheggiano le parole dell’arcivescovo di Catania, monsignor Luigi Renna, nel corso dei funerali che si sono svolti nella cattedrale di Catania.



L’arcivescovo di Catania ha infatti tuonato: “Ho letto su un muro della città una frase che chiedeva riposo eterno per Elena e tormento eterno per la sua mamma. Tutti noi, come giudici, siamo pronti a lapidare sempre qualcuno che ha sbagliato. Non credo che la piccola sarebbe d’accordo con quelle parole, come ogni bambino”. La cattedrale era gremita per l’ultimo saluto alla bambina la cui bara bianca è stata accolta da un grande applauso all’ingresso in chiesa. Presenti anche i genitori della madre, attualmente in carcere con l’accusa di omicidio premeditato e pluriaggravato e occultamento di cadavere.



Omicidio Elena Pozzo: “Basta spettacolarizzazione del dolore”

In questi giorni si è a lungo parlato del caso di Elena Del Pozzo uccisa dalla madre Martina Patti con il rischio di spettacolarizzare il dolore. Il caso della bimba uccisa dalla madre a Mascalucia ripropone la questione del confine fra cronaca e morbosità. A tal proposito è intervenuta l’avvocatessa Iside Castagnola, del comitato Media e Minori del ministero dello Sviluppo economico che al TGR Sicilia ha spiegato: “Basta particolari raccapriccianti, ci sono regole per l’informazione. Che importanza ha quante coltellate abbia avuto la piccola?”.



“Non bisogna spettacolarizzare il dolore richiamando il sensazionalismo”, ha aggiunto Castagnola, ricordando come siano numerosi i bambini che ogni giorno vedono la tv ed i nostri Tg, a tutte le ore. Il confine da non superare è quello tra cronaca e morbosità soprattutto quando ci si trova a raccontare la vicenda di una bambina uccisa dalla madre. “E’ importante sensibilizzare tutti e andare anziché alla ricerca dell’audience a una informazione più consapevole”.