Omicidio di Elisa Claps, si torna a parlare di uno dei casi di cronaca nera più complicati tra depistaggi e processi, in occasione della prima puntata del programma tv “Le Ragazze“, in onda il 1 ottobre in prima serata su Rai 3. Interverrà Filomena Iemma, la mamma di Elisa, che a 31 anni di distanza racconterà come la sua vita è cambiata nel momento in cui è subentrata la lotta per la ricerca della verità e della giustizia, a partire proprio dalla scomparsa di sua figlia avvenuta nel settembre del 1993, che poi ha svelato una storia ricca di misteri e omertà e depistaggi che spesso hanno deviato anche le indagini rendendole così particolarmente lunghe e difficoltose.



I resti di Elisa Claps infatti furono ritrovati solo 16 anni dopo la prima denuncia, e per una serie di casualità che poi hanno fatto scattare l’inchiesta sul vero responsabile dell’omicidio: Danilo Restivo, attualmente condannato all’ergastolo. Nonostante il ritrovamento del colpevole però, tuttora resta il giallo sui possibili complici, soprattutto su chi ha effettivamente aiutato Restivo a nascondere il corpo della vittima nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità a Potenza, ma anche sul vero movente dell’uccisione che non è mai stato accertato.



La ricostruzione dell’omicidio di Elisa Claps, dalla scomparsa al ritrovamento del corpo nel sottotetto della chiesa di Potenza

Elisa Claps è scomparsa il 12 settembre 1993, a soli 16 anni. Le indagini partite da una denuncia da parte della famiglia, dopo il mancato rientro a casa sono poi arrivate a scoprire solo dopo 16 anni che la morte era avvenuta proprio lo stesso giorno.  Quella domenica, come confermarono diversi testimoni, la ragazza avrebbe dovuto incontrare un amico, dopo l’appuntamento e la partecipazione alla messa delle 11, era attesa dal resto dei familiari nella casa in campagna per pranzo. L’inchiesta è stata ostacolata da numerose false dichiarazioni, depistaggi e rivelazioni, che poi sono risultate poco credibili. Tra queste una lettera anonima che informava i genitori di Elisa che la loro figlia in realtà era scappata in Brasile, così come altre informazioni date ai servizi segreti che invece parlavano già di omicidio avvenuto all’interno di un appartamento.



Soltanto dopo anni, si inizierà ad approfondire l’indagine su quello che poi è risultato il vero colpevole, cioè Danilo Restivo, dopo che la famiglia di Elisa ne aveva indicato da subito il possibile coinvolgimento, perchè era proprio con lui che doveva esserci il famoso appuntamento. L’accusa a Restivo fu confermata nel 2010, dopo il ritrovamento del corpo di Elisa Claps, mummificato all’interno del sottotetto della chiesa dell Trinità. Si accertò poi che l’assassino aveva ucciso la vittima colpendola alle spalle con 13 coltellate dopo averla violentata, lasciando tracce di saliva sugli indumenti della ragazza.

La condanna di Danilo Restivo per l’omicidio di Elisa Claps e i misteri su complici e movente

All’arresto di Danilo Restivo per aver ucciso di Elisa Claps, sono seguite numerose rivelazioni che hanno fatto scoprire un quadro molto più ampio rispetto a quello che sembrava un caso di omicidio per tentato approccio sessuale respinto. L’assassino infatti, al momento del ritrovamento dei resti della ragazza, si trovava a Londra dove si era trasferito per ricostruirsi una vita apparentemente insospettabile. Dalle indagini è poi emerso che Restivo, ritenuto colpevole anche per l’omicidio di una ragazza inglese di nome Heather Barnett, sviluppava sistematicamente comportamenti ossessivi e persecutori nei confronti delle donne. Come avvenne con Elisa alla quale spesso aveva telefonato o scritto invitandola ad accettare un incontro. Lo stesso appuntamento che dalla semplice consegna di un regalo si è poi concluso in tragedia.

Il caso anche se con la condanna definitiva di Restivo potrebbe sembrare concluso in realtà ha sollevato molti dubbi coinvolgendo personalità locali per favoreggiamento e depistaggio. Ancora oggi, come la madre di Elisa ha molte volte sottolineato, restano da chiarire i misteri riguardo all’occultamento del cadavere nella chiesa, di cui Restivo aveva le chiavi, ma anche su possibili complici. Durante l’inchiesta sono stati chiamati a collaborare con la giustizia per la ricerca della verità numerosi personaggi legati alla Curia locale, ma nonostante gli appelli, il “muro di omertà” denunciato dalla famiglia Claps sembra ancora restare solido.