Massimo Sebastiani è stato condannato a 20 anni di carcere per l’omicidio di Elisa Pomarelli, la 28enne originaria di Borgotrebbia “rea” di avere respinto una sua avance sentimentale. L’uomo, 45 anni, di professione operaio, in passato confessò il delitto, asserendo di avere strangolato nell’estate 2019 la sua giovane amica e di avere abbandonato il suo corpo esanime all’interno di un fossato nelle campagne di Gropparello, Comune ubicato a poco meno di trenta chilometri da Piacenza.



Originariamente per Sebastiani, arrestato in seguito a una breve fuga sui colli piacentini e imputato per omicidio volontario e occultamento di cadavere, erano stati chiesti 24 anni di reclusione da parte della procuratrice Grazia Pradella. Negli istanti successivi alla lettura della sentenza, i familiari di Elisa Pomarelli (parte civile al processo) hanno manifestato il proprio dissenso nei confronti dell’entità della pena comminata al killer. In tal senso, la prima a esternare le proprie sensazioni ai microfoni dei giornalisti presenti è stata Paola, sorella della vittima, che ha pronunciato un’unica frase: “Non è stata fatta giustizia, non ho parole, sono davvero delusa”. Le ha fatto eco la madre, la signora Maria Cristina: “Niente mi potrà togliere il dolore, che rimarrà per sempre. Tuttavia, è giusto che Sebastiani paghi con l’ergastolo per quello che ha fatto. Per una persona che uccide, non servono altre aggravanti. Mia figlia lo considerava un amico e io non ho mai avuto sentori che lui fosse violento. Per quel poco che lo conoscevo, mi fidavo. Ho sempre pensato che fosse una brava persona”.



OMICIDIO ELISA POMARELLI: COSA ACCADDE?

L’uccisione di Elisa Pomarelli risale precisamente al 25 agosto 2019, quando Massimo Sebastiani, amico della donna e con la quale trascorreva gran parte del proprio tempo libero, decise di togliere la vita alla sua “Taty”, che di recente si era dimostrata totalmente avulsa da qualsivoglia coinvolgimento sentimentale nei confronti dell’uomo. Quest’ultimo, invece, rivelò agli inquirenti pochi giorni dopo la sua cattura di essere “ossessionato” dalla ragazza e di “volerla” a tutti i costi.

L’operaio di Campogrande di Carpaneto quel giorno aveva pranzato con Elisa presso il ristorante ”Il Lupo”, in territorio piacentino. Tuttavia, subito dopo, più precisamente alle 14.45, fu inquadrato dalle telecamere di videosorveglianza cittadina presso una stazione di benzina. A bordo dell’auto non c’era nessuno oltre a lui, il quale, presumibilmente, si era già “sbarazzato” del corpo della sua amica e stava tentando di occultare le prove dell’assassinio. Tanto che, rivolgendosi al proprietario del distributore, esclamò: “Volevo fare un giro con la mia ragazza, ma lei non è voluta venire. Torno a lavorare in campagna”. Il corpo della povera Elisa fu rinvenuto a distanza di tredici giorni dal misfatto e Sebastiani finì in manette il 9 settembre. Il resto è storia recente e, purtroppo, nota.