Nel corso della puntata odierna della trasmissione “Storie Italiane”, in onda su Rai Uno tutti i giorni dal lunedì al venerdì a partire dalle 10 e condotta da Eleonora Daniele, sono intervenute la mamma e la sorella di Emanuele Morganti, il 20enne ucciso ad Alatri nel 2017, uscito da una discoteca. La madre del giovane ha raccontato: “All’ingresso del locale ha incrociato con un altro ragazzo piuttosto alticcio, che ha iniziato a spintonarlo. Questo giovane aveva già dei precedenti per droga. A picchiare Emanuele è stato un branco di 15-20 persone, in una piazza in cui c’erano 350-400 persone. Nessuno, a parte un suo coetaneo, ha provato ad aiutarlo. C’era un totale disinteresse. Ironia della sorte, un’auto della polizia stava transitando in quel momento proprio sotto il luogo dell’aggressione e gli agenti non si sono accorti di nulla. Una ragazza ha anche sputato addosso al mio Emanuele“.
OMICIDIO EMANUELE MORGANTI, LA MAMMA: “SCUOLA IMPORTANTISSIMA PER L’EDUCAZIONE”
La madre di Emanuele Morganti ha poi aggiunto: “Noi siamo ancora a quel giorno, abbiamo sicuramente lavorato per riuscire a convivere con questo dolore”. La cosa più difficile da digerire per la donna e la sua famiglia è che i suoi aggressori sono ancora a piede libero: “Solo uno è in carcere. Al processo sono stati interrogati 120 testimoni, che improvvisamente non ricordavano più nulla di quanto fosse accaduto in quella piazza – ha raccontato la sorella di Emanuele –. Da vittime siamo quasi passati per colpevoli, abbiamo assistito a un processo farsa”. “Hanno ammazzato mio figlio in ogni udienza – ha aggiunto la mamma –, addirittura arrivando a vietarci di indossare la maglietta con su stampato il volto di Emanuele”. Il valore educativo dei giovani, secondo la signora Lucia, non può derivare unicamente dalla famiglia, ma deve essere veicolato e inculcato dalla scuola, dagli insegnanti, sin da tenera età.