Presunti “testimoni misteriosi” nel parco dove fu ucciso Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik: è quanto avrebbe rilevato la difesa dell’unico imputato dell’omcidio, l’argentino Raul Esteban Calderon, in aula durante l’udienza del processo in cui sarebbe stato mostrato il video dell’esecuzione dell’ultras della Lazio assassinato a Roma il 7 agosto 2019 con un colpo di pistola alla testa. L’uomo è accusato di essere l’esecutore materiale del delitto, alla sbarra per omicidio volontario aggravato dal metodo mafioso e detenzione abusiva di armi.



L’avvocato Gian Domenico Caiazza, legale di Calderon, secondo quanto riporta Il Messaggero avrebbe sottolineato la presenza di “due persone che si alzano dalla panchina dove la vittima verrà uccisa, per lasciargli inspiegabilmente il posto. E un uomo che fa jogging (non quello che poi spara) che si avvicina a Piscitelli e inizia a parlargli”. Si tratta di soggetti per cui il legale avrebbe posto un quesito in aula: “Questi personaggi sono stati identificati?“. Per gli inquirenti, il killer sarebbe l’argentino arrestato e tra gli elementi chiave vi sarebbe una fasciatura bianca sul polpaccio destro dell’uomo immortalato in fuga dalla scena del crimine dopo lo sparo. Un bendaggio che sarebbe localizzato proprio dove l’imputato ha un tatuaggio e che si vedrebbe in modo nitido nel filmato acquisito dagli investigatori (anche nelle sequenze che vedrebbero lo stesso soggetto allontanarsi in sella a uno scooter guidato da un presunto complice).



Omicidio Fabrizio Piscitelli: la fasciatura sulla gamba tra gli elementi portati a carico dell’imputato

L’ispettore della Squadra mobile Francesco Pippo, sentito come testimone con altri colleghi nel processo a carico dell’argentino accusato dell’omicidio di Fabrizio Piscitelli, avrebbe affermato che “l’uomo che ha sparato a Piscitelli e quello che è scappato in moto non solo avevano la stessa fasciatura nello stesso punto dello stinco, ma indossavano lo stesso tipo di pantaloncini“. Questo passaggio in aula, riportato dal Messaggero, sarebbe stato seguito dall’indicazione della presunta individuazione di guanti in lattice alle mani del presunto complice, cioè del soggetto alla guida dello scooter su cui il killer si sarebbe allontanato dopo l’esecuzione di Diabolik.



Sulla scena, come avrebbe spiegato un altro degli inquirenti intervenuti, sarebbe stato isolato un bossolo 9X19 parabellum con il simbolo della Nato “riconducibile al munizionamento destinato all’armamento militare“. La prossima udienza del processo vedrà come testimone l’autista cubano che avrebbe accompagnato Fabrizio Piscitelli quel giorno e che potrebbe fornire ulteriori elementi relativi anche alle fasi immediatamente successive all’omicidio.