L’omicidio di Flavio Simmi sarà al centro della prima puntata di Detectives – Casi risolti e irrisolti, il nuovo programma in onda nella seconda serata di Rai2, condotto da Giuseppe Rinaldi. Un vero e proprio cold case di cui di recente si era riparlato in occasione di una nuova presunta pista. La prima puntata si basa proprio su un delitto ancora oggi irrisolto avvenuto la mattina del 5 luglio 2011 a Roma, nel quartiere Prati che proprio quel giorno si risvegliò sotto una raffica di colpi. Flavio Simmi, commerciante 33enne romano, come rammenta Repubblica era chino sulla ruota anteriore della sua auto forata dai killer quando in due in sella ad una moto e coperti da casco integrale lo chiamarono per nome per poi scaricargli 9 colpi con una calibro 9×21 proprio sotto lo sguardo della moglie Paola Petti. Il modo in cui fu compiuto quel delitto, sin da subito fece pensare al mondo della criminalità organizzata, ed anche l’impossibilità a trovare un assassino lo conferma ulteriormente. Nel tentativo di scoprire la verità su quel delitto, gli investigatori della squadra mobile partirono da un precedente di cui Flavio, laureato in economia e commercio, si era reso protagonista.
Appena cinque mesi prima di essere ucciso, infatti, Simmi chiuse la serranda del “Compro Oro” di famiglia dove lavorava e proprio mentre era insieme alla madre, in due a bordo di uno scooter si avvicinarono, dissero qualcosa in romano e poi spararono alle gambe del giovane. Per gli inquirenti quello altro non fu che un chiaro avvertimento. Dopo la sua gambizzazione al padre fu recapitata una lettera che recitava: “Ci scusiamo per il lavoro non completato e giuriamo che lo termineremo. Non si dimentica, non si perdona”. La stessa frase gli era stata scritta da un amico di Simmi, dal carcere, ma rinvenuta solo dopo la sua morte, firmata Gennaro Musto. L’avvocato della famiglia della vittima sostenne però che non fu mai disposta una perizia sulla lettera anonima.
OMICIDIO FLAVIO SIMMI: LA PISTA PASSIONALE
Il delitto di Flavio Simmi per le modalità con cui è avvenuto ha sempre fatto ipotizzare ad un agguato mafioso ma per sei lunghi anni la procura di Roma seguì piuttosto la pista passionale con l’iscrizione nel registro degli indagati proprio di Gennaro Musto, spacciatore prima amico del 33enne e poi suoi rivale dal momento che durante la sua detenzione Flavio andò a letto con la donna che era all’epoca la sua compagna. Ciò avvenne durante un festino nel quale fu girato anche un video poi finito nelle mani di Musto. Secondo la procura e la famiglia della vittima, quando Musto uscì dal carcere si vendicò prima con l’avvertimento e poi con l’omicidio dell’ex amico. Eppure proprio per la mattina del delitto il sospettato ha un alibi di ferro: all’ora dell’omicidio lui era da un benzinaio alla stazione Termini dove pagò con carta di credito. Pochi minuti prima e poi pochi minuti dopo l’uccisione di Simmi, l’uomo ricevette una chiamata dalla stessa utenza. Si trattava del figlio di Paolo Frau, uomo ombra di Renatino De Pedis della Magliana, che la mattina dell’omicidio Musto incontrò in via Veneto. La pista passionale però non portò a niente e nel 2017 il caso fu archiviato scagionando l’unico indagato.
DALLA DROGA AL KILLER ISRAELIANO
Negli anni emersero altre indiscrezioni in merito alla morte di Simmi; negli ambienti della mala una fonte confidenziale rivelò a Repubblica che il movente dell’omicidio del 33enne era da ricercare in una partita di 5 chili di cocaina mai pagata dalla vittima. Il dubbio è che proprio Musto potrebbe aver fatto credere questo alla criminalità organizzata per vendicarsi del torto subito. La moglie della vittima alle forze dell’ordine raccontò che la notte prima dell’uccisione con il marito erano stati a cena in un locale di Fregene. Allo stesso tavolo c’era anche Giovanni De Carlo, detto Giovannone o il miliardario, uno dei boss di Roma nord che durante la serata si sarebbe alzato per parlare con Musto, anche lui presente. Di recente la difesa della famiglia ha presentato una nuova pista, quella dell’israeliano. Si tratterebbe di un uomo di nome Avi, killer di professione e che potrebbe aver ucciso Simmi. L’israeliano sarebbe un trafficante di droga che avrebbe vissuto per un certo periodo a Roma. Lo avrebbe confidato una donna, Alessia Vitola, morta alcuni anni fa ad amici di Flavio secondo la quale vi cercava Simmi per ucciderlo per un debito di droga.