L’omicidio di Franca Martino sarà al centro della nuova puntata di Commissari, il programma in onda nella seconda serata di Rai3 e condotto da Pino Rinaldi. Nel corso del nuovo appuntamento sarà ripercorsa una delle vicende giudiziarie più emblematiche e che colpì particolarmente l’opinione pubblica agli inizi degli anni Duemila. Tutto prende il via il 10 settembre 2002, quando la tranquilla città di Campobasso si trasforma molto presto nel teatro di un terribile omicidio. Il cadavere di una donna, Franca Martino, viene trovato dagli agenti di polizia all’interno di una tipografia. La donna, madre di famiglia nonché proprietaria dell’attività commerciale, è stata colpita più volte come emerge dalle copiose ferite da arma da taglio sul corpo. Da una prima ricostruzione, la vittima sarebbe stata ferita mortalmente con un coltello e successivamente finita con un colpo alla nuca sferrato da un oggetto contundente. L’intero caso sarà ripercorso questa sera dal padrone di casa con la collaborazione del “Commissario” Domenico Farinacci che ripercorrerà quella che si rivelò essere una vera e propria partita a scacchi tra la polizia e l’assassino. Ciò che ne emerse ebbe dell’incredibile e soprattutto emerse un legame con il passato della vittima che poco alla volta emerse con prepotenza.



OMICIDIO FRANCA MARTINO: LE INDAGINI

Le indagini sull’omicidio di Franca Martino, 54enne trovata morta a Campobasso nella copisteria della figlia, si concentrarono quasi immediatamente su un soggetto interno alla sua stessa famiglia. A finire sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti fu infatti la figura di Michele Sepede, il genero 35enne della donna, il quale, quattro giorni dopo il delitto, risultò subito iscritto nel registro degli indagati per l’omicidio della suocera. Come raccontava AdnKronos in un articolo dell’epoca dei fatti, la conferma avvenne dopo un lungo interrogatorio fiume al quale l’uomo fu sottoposto al cospetto dei magistrati e che durò circa 10 ore. Tra le indagini degli inquirenti, anche la telefonata anonima che aveva avvertito della presenza del corpo di Franca nel negozio di via Mazzini, trovato poi dai sanitari del 118 nel primo pomeriggio del 10 settembre 2002 riverso in una pozza di sangue. Da una prima analisi furono tre i tagli più visibili e letali inflitti sul corpo della vittima, di cui due alla testa e uno sul collo.



CONDANNA A MICHELE SEPEDE

La vera svolta nel giallo di Campobasso arrivò poco meno di un mese dopo il delitto di Franca Martino quando gli agenti della Squadra mobile della città molisana arrestarono Michele Sepede, giovane genero della vittima nonché il solo indagato per l’omicidio. Durante le indagini sul delitto della signora Martino venne a galla anche un’altra raccapricciante verità legata a Sepede: l’uomo si scoprì essere colpevole anche dell’omicidio del padre Emilio, avvenuto a Busso nel 2000. La scoperta avvenne grazie alla riesumazione del cadavere del genitore. Prese così il via un lungo e macchinoso processo a suo carico che solo nel 2007 è stato condannato in appello alla pena dell’ergastolo. In primo grado l’imputato era stato condannato a trent’anni di reclusione, ma in Appello la condanna fu ampiamente aumentata. I giudici accolsero anche la richiesta del procuratore che prevede l’isolamento diurno per sei mesi. Una decisione che arrivò dopo una camera di consiglio interminabile, durata ben due giorni. Ma quale fu il movente del delitto di Franca Martino? Secondo i giudici, a scatenare la rabbia omicida del genero furono le condizioni economiche sfavorevoli di cui l’assassino non voleva far sapere nulla alla moglie. Quest’ultima lo sostenne fino al processo d’Appello salvo poi abbandonarlo al suo destino.

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