Gli avvocati di Igor Sollai, l’uomo in carcere con l’accusa di aver ucciso la moglie, Francesca Deidda, chiedono che il loro assistito venga rilasciato: “Riteniamo che la custodia cautelare in carcere sia assolutamente eccessiva”, hanno fatto sapere ai microfoni di Estate in Diretta, puntata andata in onda ieri. I legali hanno presentato una istanza per la scarcerazione del loro assistito: “Oggi Igor Sollai è in carcere perché si ritiene che vi sia un pericolo di fuga, perché si ritiene ci sia un periodo di inquinamento della prova e di reiterazione del reato”, queste le motivazioni che hanno portato appunto all’arresto e che vengono contestate dagli avvocati di Igor Sollai.



Il Pubblico ministero si è riservato di decidere ed è attesa la decisione nelle prossime ore, se non fra qualche giorno, visto che il fascicolo resta comunque complesso. Fra le cose che non tornano nella vicenda di Francesca Deidda, le piante che sono state trovate appena piantumate nella zona dove è stato rinvenuto il borsone contenente i resti della donna e che potrebbero essere state piantate da poco: gli inquirenti verificheranno il codice a barre per risalire al luogo dell’acquisto ma soprattutto all’epoca e a chi ha eventualmente effettuato il pagamento.



OMICIDIO FRANCESCA DEIDDA: LE ANALISI SULLE PIANTINE

Certo è che un elemento di questo tipo, qualora risultasse che fosse stato proprio Igor Sollai ad aver effettuato l’acquisto, aggraverebbe gli indizi di eventuale colpevolezza e potrebbe far pensare anche ad un gesto di premeditazione, visto che qualcuno sospetta che quelle piante possano essere state messe in quel terreno per occultare ulteriormente il borsone e fare in modo che lo stesso non venga più ritrovato.

“Piantine ornamentali recuperate sul posto, e compreso dei vasetti”, confermano gli avvocati. “La sua versione è sempre la stessa, ripete di essere innocente ed estraneo ai fatti, è molto giù, si chiede ciecamente della giustizia, lui vuole la verità, dopo di che stabiliremo il colpevole, vuole che venga fatta giustizia”.



OMICIDIO FRANCESCA DEIDDA: COSA NON TORNA SUL LUOGO DEL RITROVAMENTO

Oltre al borsone sono state rinvenute due taniche di plastica per cui sono stati analizzati i tappi per individuare eventuali tracce sia dell’assassino quanto di un eventuale complice. C’è poi la storia delle piantine messe attorno all’area dove è stato occultato il corpo di Francesca Deidda “La rete metallica in questa zona è nuova – aggiunge l’inviata di Estate in diretta – non hanno segni di usura e la cosa insolita è che questa ruota delimita proprio la zona del ritrovamento”.

Tutti aspetti che fanno venire quindi dei dubbi e delle domande, ma davvero una persona che vuole occultare un cadavere fa tutto ciò? O si tratta semplicemente di una casualità che nulla hanno a che fare con il corpo della povera Francesca Deidda? Questioni a cui gli inquirenti cercheranno di rispondere nei prossimi giorni.