È iniziato il 26 febbraio il processo per l’omicidio di Francesca Deidda, la 42enne scomparsa da San Sperate (Sud Sardegna) il 10 maggio 2024 e ritrovata senza vita in un borsone, nel luglio seguente, nelle campagne tra Sinnai e San Vito. Imputato del delitto e dell’occultamento del cadavere, il marito della donna, Igor Sollai, 43 anni, presente all’apertura del primo grado di giudizio in Corte d’Assise a Cagliari in cui rischia l’ergastolo.
Reo confesso dopo mesi di depistaggi (aveva finto che la moglie fosse ancora viva, protagonista di un improbabile allontanamento volontario, usando il suo telefono per rispondere a parenti e amici dopo averla uccisa), secondo l’accusa avrebbe agito per un movente economico legato alla volontà di incassare un’assicurazione di circa 100mila euro alla morte della donna. Il femminicidio si sarebbe consumato tra le mura domestiche la sera stessa della sparizione di Francesca Deidda, colpita alla testa almeno 8 volte, mentre dormiva sul divano, con un martello (precisamente una mazzetta da muratore) e poi trasportata in auto sul luogo del successivo ritrovamento.
Omicidio Francesca Deidda, difesa Igor Sollai: “Nessun dubbio sui fatti, ma nessuna premeditazione”
In aula in Corte d’Assise a Cagliari, dove poche ore fa si è aperto il dibattimento, Igor Sollai sarebbe apparso impassibile davanti al fratello della vittima, Andrea, determinato ad avere giustizia ma senza nessuna sete di vendetta (come precisato dal suo avvocato, Gianfranco Piscitelli, a margine della prima udienza).
La difesa dell’imputato, rappresentata dall’avvocato Carlo Demurtas, tenta di alleggerire la posizione opponendosi alla contestazione delle aggravanti (premeditazione e futili motivi) pur nella consapevolezza delle responsabilità dell’uomo. Nessun dubbio sui fatti, alla luce della confessione resa da Sollai, ma nessun piano premeditato per uccidere e disfarsi della moglie: questa è la linea difensiva che punta a scongiurare una condanna all’ergastolo.
Secondo l’autopsia, Francesca Deidda sarebbe stata assassinata brutalmente in casa e avrebbe tentato di difendersi. Agghiacciante la sequenza di azioni attribuite dall’accusa a Igor Sollai dopo il delitto: il 43enne avrebbe cercato di sviare le indagini usando pc e cellulare della moglie per fingere che si fosse allontanata volontariamente.
Dietro le quinte di questo presunto depistaggio, l’occultamento del corpo in campagna, chiuso in un borsone, e il tentativo di seppellirlo sotto alcune siepi acquistate in una località vicina. Sempre secondo la ricostruzione a suo carico, Sollai avrebbe gettato l’arma del delitto da un ponte e avrebbe poi puntato a cancellare ogni traccia dell’orrendo crimine a partire dalla vendita dell’automobile su cui avrebbe trasportato il cadavere fino al tentativo di fare altrettanto con il divano (sul quale sarebbero state poi rilevate tracce di sangue).
Questo il commento del suo legale ai microfoni dei giornalisti: “Abbiamo voluto evitare un lungo dibattimento, vista la confessione. Non ci sono dubbi sul fatto, ma non concordiamo su alcune aggravanti come nel caso della premeditazione”. Il prossimo appuntamento in tribunale è per il 7 maggio, non si esclude che la sentenza possa essere emessa addirittura prima di luglio, quando sarà trascorso quasi un anno dal ritrovamento del corpo di Francesca Deidda.