Le indagini sull’omicidio di Francesca Deidda, la 42enne scomparsa il 10 maggio a San Sperate e ritrovata senza vita in un borsone tra le campagne del Sud Sardegna, proseguono con gli accertamenti irripetibili del Ris di Cagliari. Al vaglio degli esperti, i reperti isolati nell’abitazione dove la donna viveva con il marito, Igor Sollai, attualmente indagato per il delitto e l’occultamento del cadavere, e quelli rinvenuti nell’area del ritrovamento del corpo.
Dal carcere di Uta dove è recluso, l’uomo continua a professarsi innocente e sostiene di non avere alcun ruolo nella morte della moglie, ma la Procura si è convinta di un suo coinvolgimento alla luce dei primi rilievi condotti e del presunto depistaggio che avrebbe messo in atto per far credere a un allontanamento volontario della donna.
Omicidio Francesca Deidda, Ris al lavoro sui reperti a caccia di tracce del killer
Secondo quanto ricostruisce Casteddu Online, gli esami sui reperti dell’omicidio di Francesca Deidda inizieranno venerdì 9 agosto. Gli accertamenti riguarderanno in particolare i campioni biologici e dattiloscopici repertati dagli investigatori durante i sopralluoghi tra l’abitazione della coppia e la zona di campagna, tra Sinnai e San Vito, dov’è stato ritrovato il cadavere della 42enne.
Caccia a nuovi elementi, tracce di sangue e impronte digitali che potrebbero portare a identificare l’assassino. L’unico indagato per il femminicidio, accusato di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere, è il marito della vittima, Igor Sollai, da subito dichiaratosi estraneo al delitto. Stando alle prime evidenze emerse in sede di autopsia, Francesca Deidda sarebbe stata uccisa con un solo colpo, violentissimo, alla fronte e non avrebbe reagito. Nessun segno di difesa, secondo gli esami post mortem, e questo farebbe ipotizzare un’aggressione avvenuta mentre la donna dormiva. L’arma del delitto non è stata ancora ritrovata: gli inquirenti riterrebbero verosimile che si tratti di un oggetto contundente molto pesante tipo un attrezzo da palestra che la coppia, da quanto emerso, potrebbe aver avuto in casa e che mancherebbe all’appello tra quelli finora rinvenuti nell’abitazione.