Le indagini sull’omicidio del 18enne Francesco Pio Maimone, ucciso con un colpo di pistola il 20 marzo scorso sul lungomare di Mergellina a Napoli, continuano nel massimo riserbo. Filtra però una novità, riportata dalla trasmissione Ore 14, a seguito del fermo disposto a carico di un giovane di 19 anni, Francesco Pio Valda, sospettato di essere l’autore del delitto: secondo il programma di Milo Infante, nell’inchiesta ci sarebbe un altro indagato e l’ipotesi sarebbe di favoreggiamento. Stando a quanto finora emerso, il secondo nome finito nel fuoco investigativo sarebbe quello di un amico del 19enne attualmente indagato per l’uccisione di Francesco Pio Maimone, un ragazzo che avrebbe ospitato Valda la notte dei fatti a margine della sparatoria.
Francesco Pio Valda si sarebbe detto estraneo all’omicidio di cui è accusato, in una serie di dichiarazioni al garante dei detenuti della Regione Campania, Samuele Ciambriello, dopo essersi avvalso della facoltà di non rispondere in sede di interrogatorio. Il giovane avrebbe affermato di aver sparato a salve con una pistola che, a suo dire, non sarebbe l’arma del delitto. I colpi esplosi quella notte sarebbero stati tre, due in aria e uno contro il vetro di un’auto. Il proiettile avrebbe raggiunto la vittima al petto mentre si trovava sul posto in compagnia di alcuni amici. L’omicidio, secondo una prima ipotesi, potrebbe essere maturato nel contesto di una lite per futili motivi, forse una scarpa macchiata per sbaglio.
Omicidio Francesco Pio Maimone, l’indagato si difende: “Sono innocente, cercate il vero assassino”
“Sono innocente, cercate il vero assassino“. Questa la sintesi delle dichiarazioni che l’indagato per l’omicidio di Francesco Pio Maimone, il 19enne Francesco Pio Valda, avrebbe fatto durante un incontro in carcere con il garante dei detenuti della Campania, Samuele Ciambriello. A Ore 14, quest’ultimo ha riportato il racconto del giovane soffermandosi sulla mancata effettuazione dell’esame dello stub, prova che avrebbe permesso di evidenziare eventuali tracce di polvere da sparo sulle mani dell’indagato.
Ciambriello ha descritto alla trasmissione di Milo Infante ciò che Valda gli avrebbe riferito sui fatti del 20 marzo scorso. “Ho sparato in aria e lì uno mi ha risposto ‘Tu spari a salve, io sparo sul serio’ – avrebbe dichiarato il 19enne al garante dei detenuti –. Eravamo due fronti contrapposti“. Su quel lungomare, secondo la versione resa da Valda, sarebbe andata in scena una lite tra comitive di giovani in cui sarebbero volate parole grosse per futili motivi, con frasi tipo “Come sei vestito?“, “Che scarpe hai?“, in un contesto di tensione in cui lui sostiene di aver sparato in aria mentre qualcuno avrebbe aperto il fuoco in un “parapiglia generale” dopo il quale si sarebbe allontanato. Gli inquirenti, all’inviata di Ore 14, avrebbero precisato che la prova dello stub non sarebbe stata condotta perché ormai trascorse troppe ore dal fatto: “L’arresto non è avvenuto in flagranza di reato, ma dopo 36 ore dall’evento delittuoso. Mancando inoltre l’arma non era possibile effettuare alcun tipo di comparazione“. Alcune testimonianze contrasterebbero con la versione dell’indagato per l’omicidio: secondo un amico di Valda, poco dopo i fatti il 19enne gli avrebbe confidato di aver “sparato con un revolver 38 Special” prima due colpi in aria e poi, per dimostrar agli “avversari” che l’arma non era a salve, un colpo al vetro di un veicolo.