Siamo forse vicini ad una svolta nella ricostruzione dell’omicidio di Gabriel Feroleto, il bambino ucciso a Cassino. Gli accertamenti condotti dal Ris di Roma hanno rivelato tracce di sangue a terra e all’interno del lettino del bimbo. Questo particolare potrebbe risolvere il giallo relativo al luogo dell’uccisione. Il sangue comunque verrà analizzato in laboratorio: se fosse del bambino, allora Gabriel potrebbe essere stato ucciso nella sua stanza, e non per strada come inizialmente detto da sua madre. A “La Vita in Diretta” è intervenuto un vicino che ha ricostruito quegli attimi terribili: «Arrivava dalla strada con il bambino in braccio. È entrata nella stanza dove stava la madre, la camera da letto, e poi subito dopo è uscita fuori e ha appoggiato il bambino per terra». Hanno provato a rianimarlo, ma già era morto. «Lei era fra le nuvole. Non piangeva. Le ho chiesto cosa fosse successo, lei diceva che lo aveva investito. Le ho chiesto che macchina era e mi ha detto di non saperlo, che non ricordava, poi non ha più parlato». Nemmeno mezza lacrima per il figlio: «Piangeva più la nonna che lei». (agg. di Silvana Palazzo)

OMICIDIO GABRIEL, DOVE È MORTO?

Colpo di scena per quanto riguarda la morte del piccolo Gabriel, ucciso pochi giorni fa a Cassino, in provincia di Frosinone. La mamma, Donatella Di Bona, sostiene di non aver ammazzato il figlio e di avergli messo la mano sulla bocca solo per zittirlo, e che non si era ancora che stava morendo. In precedenza avrebbe sostenuto di aver ucciso il figlio per paura che Nicola Feroleto le facesse del male. Sulla scena del crimine anche la nota criminologa Roberta Bruzzone, consulente di Feroleto, che ha spiegato: «Bambino ucciso in casa? Ipotesi che al momento non si può escludere. Non stiamo cercando tracce di Nicola Feroleto perché lui è entrato pochissimo in quell’abitazione, e soprattutto non el giorno dell’omicidio. Feroleto dice che è totalmente estraneo ai fatti e che non si trovava in quel luogo al momento dell’assassinio. Si dice che Donatella fosse molto gelosa e Feroleto diceva che piuttosto che con lei meglio in carcere». Così invece l’avvocato della mamma del piccolo Gabriel: «Non ha ucciso suo figlio, le dichiarazioni rilasciate erano poco attendibili perché probabilmente condizionate. Toccherà alla procura dire chi ha commesso e che cosa». Da segnalare come il tribunale del riesame abbia rigettato la richiesta di scarcerazione dei due genitori, per il pericolo di reiterazione del reato. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

LA MAMMA “NON L’HO UCCISO IO”

Nuovo colpo di scena sul dramma di Piedimonte San Germano: secondo quanto riporta La vita in diretta, Donatella Di Bona avrebbe sostenuto di non essere stata lei ad uccidere il figlio Gabriel. Un nuovo cambio di versione per la madre del piccolo, attualmente in carcere con il compagno Nicola Feroleto. I due hanno visto respinta la richiesta di scarcerazione e questa mattina i carabinieri del Reparto investigazioni scientifiche di Roma sono entrati nell’abitazione di via Volla per continuare le indagini sul barbaro omicidio: presente anche la criminologa Roberta Bruzzone, perito di parte di Nicola Feroleto. Ricordiamo che Donatella Di Bona, al termine di un lungo interrogatorio, aveva confessato di essere stata lei a stringere le mani intorno al collo del figlio Gabriel e a soffocarlo. Attesi aggiornamenti nel corso delle prossime ore. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

RIS NELL’ABITAZIONE DI DONATELLA DI BONA

Si torna a parlare dell’omicidio del piccolo Gabriel, il bimbo di due anni e mezzo ucciso pochi giorni fa in provincia di Frosinone. Il tribunale del riesame doveva pronunciarsi sulla scarcerazione dei genitori del bimbo, sia la madre che il padre, accusati dell’omicidio, rigettando la richiesta. Il padre avrebbe assistito all’omicidio senza intervenire, mentre la mamma, una ragazza di soli 29 anni, avrebbe materialmente ucciso il figlio, soffocandolo perché la disturbava. Proprio in questi istanti i ris dei carabinieri stanno perquisendo l’abitazione della madre, per acquisire ulteriori indizi utili ai fini di ricostruire con esattezza la dinamica dei fatti. Presente sulla scena, come ricorda la trasmissione Storie Italiane di Rai Uno, anche la nota criminologa Roberta Bruzzone, consulente del padre. Una vicenda che ha sconvolto l’opinione pubblica anche per via dei tentativi dei due genitori di coprire le proprie tracce; la madre aveva infatti confessato inizialmente che il piccolo era stato investito da un’auto pirata, per poi spiegare di averlo ammazzato perché continuava a piangere. Il padre, che non vive con mamma e figlio, si era invece dichiarato totalmente estraneo ai fatti, ma gli inquirenti non hanno mai creduto alla sua versione per poi incarcerarlo perché fisicamente sulla scena del crimine al momento dell’omicidio.

RESTANO IN CARCERE I DUE GENITORI

Pare che i due si stessero appartando con il bambino in auto, ma visto che lo stesso continuava a piangere e li disturbava, la mamma lo abbia ammazzato con il padre che assisteva senza muover dito. La scarcerazione era stata richiesta per motivi differenti: la donna per motivi di salute, mentre l’uomo perché l’orario dell’omicidio non coinciderebbe con la sua presenza sulla scena del crimine. Una vicenda piena di contraddizioni quella di Cassino, e gli inquirenti stanno cercando di ricostruirla con esattezza. Ricordiamo che la mamma del piccolo Gabriel è accusata di omicidio volontario (rischia l’ergastolo), mentre il padre è in carcere con l’accusa di concorso in omicidio.