OMICIDIO GIADA ZANOLA: LE RIVELAZIONI DI RENATO
Giada Zanola conviveva con la paura di perdere il figlio di 3 anni e con le violenze che subiva dall’ex compagno, quindi avrebbe deciso di non denunciare Andrea Favero, il camionista 38enne accusato di averla uccisa gettandola da un cavalcavia dell’A4 a Vigonza (Padova) nel maggio scorso, perché temeva l’intervento dei Servizi sociali. A svelare questo retroscena è Renato, l’uomo con cui la donna aveva iniziato una relazione prima di morire. Stando a quanto indicato nella deposizione, contenuta nel fermo e riportata da Repubblica, Renato ha raccontato agli inquirenti che Giada gli aveva confidato che viveva ancora con lui per il figlio, che «aveva la priorità su tutto» per lei. Quindi, era una convivenza forzata.
Ma Renato ha anche raccontato che Favero «era manesco e l’aveva presa per il collo una volta prima della nascita del figlio e una volta dopo». La procura e la squadra mobile, dunque, hanno ricostruito anni di violenze continuate fino a due giorni prima dell’omicidio: Giada Zanola aveva incontrato la sua nuova frequentazione perché questi voleva accertarsi delle condizioni, visto che aveva ricevuto da lei «foto di alcuni lividi».
C’era stata l’ennesima lite perché la donna a gennaio aveva deciso di annullare il matrimonio, che era stato fissato per settembre, e di rivelargli che frequentava un altro uomo. La lite sarebbe culminata con Favero che avrebbe sbattuto la donna contro una porta e con i pianti del bambino in preda al panico, circostanza che avrebbe fatto desistere il camionista. Ma anche in quella circostanza Giada Zanola aveva deciso di non denunciarlo. Meno di due giorni dopo hanno litigato di nuovo ed è morta.
PERCHÉ ANDREA FAVERO HA CAMBIATO UNO DEI SUOI LEGALI
Di recente è emerso anche che Andrea Favero ha cambiato uno dei suoi legali: l’avvocato Marco Marcelli è stato sostituito da Cesare Vanzetti. Non è la prima volta che accade, infatti qualche giorno dopo l’arresto per l’omicidio Giada Zanola a Vigonza (Padova) aveva deciso di cambiare l’avvocato Laura Trevisan, che gli era stato assegnato d’ufficio.
Il Gazzettino, che ne ha dato notizia, ha precisato che il motivo della rinuncia all’avvocato Marcelli è legata alla mancanza di intesa sulla strategia difensiva da tenere. A tal proposito, il camionista, che aveva confessato il delitto alla Squadra mobile, ora si professa innocente, quindi nega di aver drogato e poi scaraventato dal cavalcavia dell’autostrada l’ex fidanzata, con cui aveva un figlio di 3 anni.
GIADA ZANOLA, TROVATE TRACCE DI BENZODIAZEPINE
L’ipotesi che la vittima sia stata drogata è legata alla presenza di tracce di benzodiazepine nel sangue: si tratta di una sostanza che è contenuta in psicofarmaci che hanno proprietà sedative, ipnotiche e ansiolitiche. Il medico legale ha trovato tracce di tale sostanza anche in alcuni campioni di tessuto negli organi prelevati durante l’autopsia.
Il compito del medico legale ora è capire in quali quantità era presente questa sostanza nel corpo di Giada Zanola per verificare se erano dosi compatibili con l’uso di un farmaco per uso terapeutico o se la vittima sia stata stordita dal presunto assassino, l’ex compagno Alberto Favero. Di sicuro, aggiunge Il Gazzettino, nessun medico aveva prescritto alla donna medicinali con questo principio attivo. Inoltre, si attendono i risultati dell’esame dei capelli dell’indagato e della vittima per verificare l’eventuale presenza di sostanze.