Continuano serrate le indagini per ricostruire le dinamiche dell’omicidio di Giada Zanola, precipitata da un cavalcavia dell’autostrada A4 nei pressi di Vigonza, nel padovano: l’ipotesi vagliata dagli inquirenti è che non sia stato un gesto intenzionale, ma un omicidio ordito dal suo ex compagno – Andrea Favero – dopo l’ennesimo violento litigio. Un’ipotesi che per ora non è ancora stata confermata, né dalle prime tappe dell’indagine – da cui, comunque, emergono dettagli interessanti dell’omicidio di Giada Zanola – né dall’indagato che si trova attualmente in cella. Quest’ultimo (riferiscono fonti inquisitorie citate dal Corriere della Sera) si sarebbe limitato a delle “parziali ammissioni“; ma il suo legale, Marco Mercelli, continua sulla linea del vuoto di memoria del suo assistito.



A gettare sotto una luce diversa Favero ci sarebbero anche i primissimi risultati dell’autopsia chiesta sul corpo della vittima dalla procura di Padova – nella persona del sostituto procuratore Giorgio Falcone – che pur non rilevando alcun segno di strangolamento o ferite di arma da taglio, ha appurato che Giada Zanola fosse ancora viva quando è precipitata dal cavalcavia dell’A4. Stando sempre al Corriere, l’esame non ha escluso la possibilità che la madre 33enne sia stata tramortita – nell’ipotesi degli inquirenti da Zanola – prima di sollevarla e spingerla oltre la ringhiera alta due metri.



Omicidio Giada Zanola: il tossicologico e la pista revenge porn

Insomma, l’autopsia per ora non sarebbe riuscita a chiarire le dinamiche dell’omicidio di Giada Zanola, ma dei dettagli sicuramente più interessanti dovrebbero uscire dal tossicologico disposto sul suo cadavere e che potrebbero definire se la donna sia stata sedata o drogata dall’ex compagno e che darà i suoi risultati tra circa un mese. Nel frattempo, il medico legale Claudio Terranova – incaricato dell’esame autoptico – non è riuscito a definire l’orario della morte di Giada Zanola a causa delle gravissime lesioni dovute al violento impatto della ragazza con un tir che non è riuscito a schivarla in tempo investendola dopo la caduta dal cavalcavia.



Continuando – e sono un altro dei punti più importanti delle indagini – i rilevamenti sul cellulare di Favero per individuare eventuali video o foto erotici della coppia utilizzati dall’ex compagno come arma di un ipotetico ricatto. Il cellulare di Giada Zanola, invece, risulta attualmente disperso con la procura che attende i tabulati telefonici per capire qual è stata l’ultima cella agganciata nella speranza di risalire alla sua attuale posizione.