In merito al processo a Filippo Turetta per l’omicidio Giulia Cecchettin emergono ulteriori dettagli per quanto riguarda i testimoni che sfileranno in tribunale. Quelli che vuole sentire la procura sono una trentina, tra cui il padre e la sorella della vittima, le sue amiche e colui che sentì le urla della ragazza mentre veniva aggredita dall’ex fidanzato vicino casa. Ci sono anche i carabinieri, che hanno condotto le indagini sul femminicidio, e il medico legale che ha eseguito l’autopsia sul corpo della studentessa.
La difesa, invece, ha chiesto che venga sentito un solo testimone, il medico legale nominato come consulente di parte, quindi non saranno sentiti i genitori. Il Gazzettino aggiunge che i sei giudici popolari che affiancheranno i due togati hanno giurato ieri negli uffici giudiziari di Piazzale Roma. La prima udienza, comunque, dovrebbe essere dedicata a questioni procedurali. (agg. di Silvana Palazzo)
Filippo Turetta non ci sarà nella prima udienza del processo
Omicidio Giulia Cecchettin: iter veloce per Filippo Turetta che andrà a processo con rito immediato in Corte d’Assise a Venezia lunedì 23 settembre, ma sarà assente alla prima udienza. Lo ha reso noto il suo avvocato, Giovanni Caruso, come confermato oggi dall’Adnkronos. Il difensore del 22enne imputato per la morte dell’ex fidanzata, uccisa l’11 novembre 2023 quando mancavano pochi giorni alla sua laurea, ha ribadito che non chiederà una perizia psichiatrica per il suo assistito. L’esame potrebbe però essere disposto dal giudice nel corso del giudizio di primo grado.
Filippo Turetta rischia l’ergastolo. È accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, dalla crudeltà e del legame affettivo con la vittima. A queste contestazioni, nell’imputazione a suo carico figurano il sequestro di persona, l’occultamento di cadavere e lo stalking. Quando di fatto rapì la ex fidanzata, sua coetanea e collega universitaria in Ingegneria Biomedica, il giovane avrebbe agito dopo aver finto di volerle stare accanto per i preparativi per la festa che si sarebbe tenuta a margine della discussione della tesi, accompagnandola in un centro commerciale per acquistare dei vestiti per l’importante traguardo.
Secondo l’accusa, però, avrebbe pianificato l’aggressione munendosi di coltelli e occorrente per impedirle di fuggire (come dimostrerebbero i contenuti del suo telefono, in cui avrebbe annotato il materiale da portare con sé quel giorno tra cui nastro adesivo e sacchi di plastica).
Omicidio Giulia Cecchettin, la versione di Filippo Turetta sul delitto
Nella sua versione in sede di interrogatorio, Filippo Turetta, reo confesso, avrebbe fornito un resoconto della dinamica omicidiaria che non corrisponde a quanto emerso dall’autopsia. “Avevo due coltelli nella tasca in auto, dietro al sedile del guidatore. Le ho dato, non so, una decina, 12, 13 colpi con il coltello. Ho colpito un po’ tutto, le braccia, il collo, la faccia, il torace, la nuca“.
Filippo Turetta avrebbe raccontato di aver sferrato l’ultimo fendente sull’occhio della vittima: “Ho smesso subito, un po’ perché non reggevo più tanto, un po’ perché mi ero accorto di averle dato una coltellata sull’occhio e la cosa mi faceva troppo senso e quindi ho smesso“. Il medico legale, invece, avrebbe contato sul corpo di Giulia Cecchettin un numero molto più alto di coltellate, ben 75, che documenta un’azione particolarmente efferata e una furia omicida impressionante.