Filippo Turetta, il 22enne veneziano che ha ucciso Giulia Cecchettin, sarà in Italia domani mattina, sabato 25 novembre 2023. Dopo che il tribunale tedesco ha dato il suo via libera all’estradizione, il ragazzo rimetterà piede nel nostro Paese, dove lo attende il processo e probabilmente una lunga permanenza in carcere. A trasportare l’assassino di Giulia Cecchettin sarà un aereo dell’Aeronautica militare che partirà domani mattina alle ore 8:00 da Roma, giungendo all’aeroporto di Francoforte alle ore 10:00. Alle 10:45, quindi, la ripartenza verso il nostro Paese, con sbarco attorno alle 12:45 circa. Nel frattempo proseguono le indagini degli inquirenti per ricostruire nel dettaglio cosa sia accaduto, prima, durante e dopo l’omicidio di Giulia Cecchettin.



Fra le ultime ipotesi, come si legge su SkyTg24.it, vi è quella di un sopralluogo effettuato da Turetta vicino al luogo della seconda aggressione all’ex fidanzata, quella avvenuta nell’area industriale di Fossò attorno alle 23:30 e che sarebbe risultata poi fatale. Alle ore 17:11 di sabato 11 novembre, infatti, la Fiat Grande Punto nera del ragazza viene rilevata dalle telecamere, una deviazione prima che lo stesso Filippo si presenti dall’ex fidanzata alle ore 17:30 per accompagnarla al centro commerciale di Marghera dove i due ceneranno e lei prenderà i vesti per la tesi che purtroppo non discuterà mai.



OMICIDIO GIULIA CECCHETTIN: FILIPPO TURETTA ATTESO IN ITALIA SABATO. IL GIALLO DELLE CHIAMATE

Altro punto su cui si sta facendo chiarezza, ma su tale aspetto bisogna essere molto cauti, riguarda la segnalazione al 112 della seconda aggressione avvenuta a Giulia Cecchettin, a cui avrebbe assistito un testimone. Questi avrebbe chiamato il 112 per segnalare l’aggressione, e i carabinieri avrebbero chiesto maggiori informazioni per decidere se intervenire. “Fonti investigative – scrive SkyTg24.it – hanno poi confermato a La Repubblica che nessuna pattuglia fu mandata sul posto”, e i carabinieri hanno precisato: “Saranno avviati tutti gli approfondimenti necessari per verificare la correttezza delle procedure operative seguite”.



I carabinieri hanno fatto sapere che le pattuglie erano impegnate in altri servizi e inoltre, attraverso una nota, viene spiegato che il Comando “perveniva un’ulteriore richiesta di intervento per una rissa all’interno di un bar, in relazione alla quale disponeva l’invio sul posto di un’autoradio in servizio di pronto intervento. Nelle stesse circostanze di tempo l’altra autoradio disponibile era stata già impegnata per una lite accorsa a seguito di incidente stradale”. Non ci sarebbe stata alcuna altra chiamata.