La dottoressa Maria Rita Parsi è stata ospite stamane del programma di Rai Uno, Storie Italiane, e nell’occasione ha detto la sua sull’omicidio di Giulia Cecchettin, uccisa da Filippo Turetta. La psichiatra ha spiegato: “C’è una media di 10 femminicidi al mese, per un totale di 106, continua il meccanismo perchè fa l’effetto scia, ‘slatentizza’ un atteggiamento di violenza”. Poi precisa: “Il braccialetto non funziona e si può rompere, il braccialetto delle vittime non viene dato, l’impegno deve essere serio…”.



Secondo Maria Rita Parsi si tratta però di un problema patologico: “La guerra, la distruttività e il controllo sono problematiche patologiche. Il discorso è questo: comunque e in ogni caso, al di là della perizia psichitriaca, follia o meno, gli fai scontrare gli stessi anni in carcere, vedrai che quando la pena è la stessa e non passa la perizia psichiatrica e la pena non cambia…”. Poi precisa: “Io penso che tutti gli uomini violenti siano diseducati e abbiano un odio. La radice non è solo un patriarcato ma quando la persona diventa un uomo di un certo tipo, dietro ha storie famigliari e di un ambiente che non possiamo sottovalutare. Noi dobbiamo capire l’importanza di cogliere i segnali attraverso le famiglie, la storia di quella famiglia ti dice come creatura sia stata allevata. Bisogna dare educazione su come cogliere i segnali, probabilmente si poteva salvare Giulia”.



OMICIDIO GIULIA CECCHETTIN, LE PAROLE DI ANNA VAGLI E CATENA FIORELLO

Anna Vagli però non ci sta: “Se tutte le volte passa il messaggio perchè chi uccide ha un problema… fino ad oggi abbiamo lavorato con le perizie psichiatriche e i danni sono evidenti, bisognerà cambiare qualcosa, va cambiata anche la legge, è questione di guardare i dati oggettivi, non gli stereotipi, è questione di guardare i bollettini, e la violenza contro le donne, e quella fisica è solo la punta dell’iceberg, è in aumento quindi significa che dobbiamo cambiare qualcosa”.

Catena Fiorello, commentando in studio l’omicidio di Giulia Cecchettin, denuncia: “Dobbiamo ricordare a queste ragazze, amiche, sorelle, noi non li possiamo salvare se si vogliono ammazzare ma al massimo possiamo avvisare la famiglia”. E ancora: “Io sento ragazzine che sono fiere della gelosia del fidanzato, serpeggia questo mood che le giovani si sentono fiere di essere possesso del ragazzo”.